Cotton fioc, il “killer” dei depuratori

La “grande sete” colpisce agricoltura e sistema ambiente, e tra i nemici da combattere c’è anche un insospettabile “piccolo killer” capace di mettere in crisi anche il sistema di depurazione e riutilizzo delle acque e che è al centro di una vera e propria “grande guerra” che vede coinvolti tutti i piani del ciclo delle acque, dalla fonte fino al ritorno al mare, dove proprio in questi giorni il “killer” è stato segnalato da diverse associazioni ambientaliste come uno dei peggiori flagelli per la salute delle nostre acque.

E, difficile da credere, sotto accusa è uno dei più diffusi ed innocui strumenti di pulizia: i bastoncini per le orecchie, più conosciuti come “cotton fioc”. Piccolo, innocui e indispensabili, rappresentano un vero e proprio “incubo” per i gestori degli impianti di depurazione delle acque reflue: gli scarichi di piccoli e grandi centri entrano infatti nel circuito di “pulizia”, prima di poter reimmettere le acque in ambiente, che prevede una lunga serie di vagliature a “maglie” sempre più strette per rimuovere scarti e fanghi.

Le acque reflue vengono poi sottoposte al trattamento di batteri che, letteralmente, “mangiano” le sostanze inquinanti e consentono, al termine del ciclo, di reintrodurre le acque ormai pulite nei corsi d’acqua, da dove rientrano nel ciclo naturale – al mare quindi – o vengono utilizzate per irrigare i campi. Tutto molto semplice, sulla carta, se non fosse che proprio i cotton fioc, sottili e “dispettosi”, riescono a superare anche il vaglio più stretto e finiscono con l’intasare le vasche finali, dove appunto i batteri dovrebbero completare l’opera di depurazione.

Negli impianti di depurazione come quello in funzione a San Giuliano la presenza quotidiana di cotton fioc – centinaia ogni giorno, fanno sapere i responsabili – obbliga alla rimozione manuale, attraverso retini, ma in diversi casi i bastoncini riescono a sfuggire ai controlli e finiscono, appunto, nei mari dove rappresentano un fattore di inquinamento e rischio per la fauna ittica. Quello dei cotton fioc è davvero uno dei “crucci” peggiori per gli impianti di depurazione, da dove arrivano periodicamente appelli a fare attenzione a cosa si getta negli scarichi domestici.

Bastoncini, assieme a capelli umani, che intasano le griglie di depurazione, e olio di cottura, altro materiale refrattario alla depurazione, e altri oggetti gettati «senza consapevolezza dei danni che possono causare – dicono gli esperti – rappresentano una delle peggiori sfide per chi lavora quotidianamente con l’obiettivo di valorizzare quella che è la nostra risorsa più preziosa, l’acqua»

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