Concerto di Natale cancellato, il preside si dimette

(Aggiornamento 29 novembre) Giuste le dimissioni del dirigente scolastico di Rozzano e ora ripristinare subito il concerto di Natale per il quale si auspica anche la presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Così Valentina Aprea, assessore lombardo all’Istruzione, Formazione professionale e Lavoro, dopo le dimissioni annunciate dal preside dell’istituto Garofani, Marco Parma, in seguito alle polemiche per la mancata organizzazione delle iniziative per il Natale nella scuola milanese.

«Ripristinare il concerto - spiega Aprea - è doveroso per dimostrare che non c’è spazio per chi vuol cancellare la nostra cultura». Come Regione, sottolinea l’assessore, «non possiamo tollerare oltre questa negazione della nostra identità cristiana e delle nostre tradizioni».

L’esibizione delle classi con i canti di Natale «deve essere un esempio e per questo mi unirò anch’io al coro dei ragazzi nell’esecuzione di un brano». Tuttavia, aggiunge l’assessore, «chiedo che al concerto siano presenti sia il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sia il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, per dimostrare che sui temi forti non c’è possibilità di negoziazione con chi ci vuole cancellare».

(28 novembre) E’ bufera sulla scelta del sangiulianese Marco Parma, preside reggente dell’Istituto Comprensivo Garofani di Rozzano, che ha deciso di cancellare il concerto di Natale per i bambini delle elementari. Una scelta, spiega il dirigente scolastico, dettata dalla volontà di non creare problemi all’identità religiosa degli alunni, il 20 per cento dei quali sono figli di stranieri, perlopiù musulmani. Soprattutto dopo gli attentati di Parigi le musiche del Natale nell’istituto di Rozzano, dove anche le pareti sono senza Crocefissi, secondo il vertice dell’istituto didattico, potrebbero essere lette come una provocazione. Ma la ferma presa di posizione del dirigente scolastico di tenere alta la laicità della scuola, con l’albero di Natale al posto del presepe e un concerto spostato a gennaio dove non ci saranno comunque canti natalizi della tradizione cattolica, ha scatenato una burrasca di proteste da parte di un gruppo di genitori, aprendo un caso che ha fatto salire sulle barricate la politica.

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