«Con le scuole chiuse ragazzini in giro a farsi le canne a dodici anni»

L’amara constatazione dalla comunità di don Chino Pezzoli

«Per gli adolescenti la strada è la peggiore scuola che ci sia: il covid ha aggravato l’emergenza droga, è fondamentale che i giovani abbiano qualcuno che si occupi di loro». Don Mario Sozzi, braccio destro da lunga data di don Chino Pezzoli, lancia l’allarme sui pesanti rischi di carattere sociale legati all’epidemia. «Usciamo da un’estate di intenso impegno - riflette -, in cui siamo sempre rimasti operativi tra mille difficoltà. In un paio di mesi abbiamo avuto oltre venti nuovi inserimenti nelle nostre comunità che sono pressoché piene, intanto la situazione del boschetto di Rogoredo sta tornando tale e quale a quella del passato». E mette in guardia: «Oggi gli stupefacenti chiunque li può acquistare su Internet, del resto gli spacciatori sono gli unici che non si sono fermati nemmeno durante il lockdown. Poi quando è iniziata la fase 2 le strade si sono popolate di ragazzini che per mesi non hanno nemmeno più avuto il punto di riferimento della scuola e tra loro c’è chi a soli 12 anni avrà fumato le prime canne». Di fronte a questo scenario don Sozzi sottolinea l’importanza educativa che devono rivestire anche nel corso dell’epidemia le famiglie in primis e poi le scuole. «Vediamo arrivare da noi uomini e donne di tutte le età, alcuni dei quali vivono nel giogo della dipendenza da lungo da tempo. Quando iniziano una vita in comunità si accorgono per la prima volta di avere qualcuno che si occupa di loro. Le loro storie - riflette - ci si insegnano che è fondamentale non lasciare soli i bambini gli adolescenti in quanto la deriva a cui conducono le compagnie sbagliate può pesantemente condizionare il loro futuro». Nella delicata fase dunque in cui sono iniziati i complessi preparativi per la ripresa delle lezioni, dal Centro di ascolto di Borgolombardo viene quindi rivolto un appello a genitori ed educatori affinché «gli alunni siano guidati e tutelati al fine di evitare che sprechino le loro giornate sui marciapiedi delle nostre città dove i pusher sono dietro ogni angolo». Nel frattempo l’attività della Fondazione Promozione Umana sta andando avanti senza sosta. «Ci siamo trovati ad affrontare anche dei grossi costi - fa presente don Sozzi -: basta pensare che abbiamo persino dovuto sostenere le spese dei tamponi a cui abbiamo fatto sottoporre i ragazzi che sono entrati in comunità. Tra presidi sanitari e test abbiamo già speso più di 25mila euro. Del resto il covid ha aggravato le situazioni già critiche - conclude - , lasciando allo sbando i più fragili, intanto la droga ha continuato a dilagare nel silenzio collettivo in un momento in cui c’erano delle altre priorità da affrontare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA