Chiesto l’ergastolo per lo stalker

Ergastolo e due mesi di isolamento diurno: è la richiesta avanzata ieri dal pm di Lodi Giampaolo Melchionna alla corte d’assise di Milano nei confronti di Carmine B., l’idraulico di 56 anni di San Giuliano Milanese gravemente indiziato di aver ucciso la ex compagna, e mamma del suo ultimo figlio, Antonia Bianco, bidella di 43 anni residente a Milano, in zona Bovisa. La donna si era accasciata sul marciapiede sotto casa del suo ex dopo aver fatto un’ultima telefonata al “112” per chiedere aiuto, segnalando di aver avuto una violenta litigata. Sembrava un attacco di cuore, solamente due autopsie hanno evidenziato un minuscolo foro in un ventricolo del cuore, causato secondo i medici legali da un oggetto appuntito penetrato dal lato sinistro del torace. Secondo la procura di Lodi, all’esito delle indagini che erano state avviate da Armando Spataro, molti elementi portano a ipotizzare che quel foro sia stato causato da un piccolo coltellino a serramanico che l’imputato era stato visto utilizzare come portachiavi.

Secondo i difensori Paola Bellani e Gianluca Perricone, che concluderanno le loro arringhe solo all’ultima udienza, prevista per metà giugno, Carmine B. non ha commesso il fatto e non è nemmeno certo che ci sia stato un omicidio volontario. Ma la certezza su cosa abbia perforato il cuore della 43enne non l’ha potuta dare nessuno: che possa essere caduta su un oggetto appuntito, ad esempio, resta un’ipotesi, per quanto possa apparire improbabile. La presunta arma del delitto non è mai stata ritrovata.

La richiesta di pena tiene conto anche di diverse denunce nei confronti dell’uomo, anche per stalking, che la vittima aveva presentato dal dicembre del 2009 al giugno del 2011. Ciononostante non erano mai state disposte misure cautelari nei confronti di Carmine B. Il quale tra l’altro poco dopo la morte di Antonia aveva anche denunciato la di lei madre per alcune dichiarazioni che riteneva diffamatorie nei propri confronti. Ora innanzi alla Corte d’Assise si decide anche in merito alle vecchie denunce che avevano già portato ad aprire un primo processo a Milano nei confronti dell’idraulico. Nonostante questo procedimento, la sera del 13 febbraio dello scorso anno Antonia si era recata a San Giuliano sembra semplicemente per discutere con il suo ex compagno riguardo al loro figlio, che all’epoca aveva cinque anni.

Antonia ha lasciato tre figli, due dei quali avuti da una precedente relazione, ad attendere Carmine B. fuori dal carcere ci sono sette ragazzi, sei dei quali avuti da altre donne. Quasi tutti i parenti di Antonia si sono costituiti parte civile, con gli avvocati Manuela Bonardi, Gabriele Lombardo e Santo Emanuele De Paola: le richieste di risarcimento avanzate al termine dell’udienza di ieri a Milano assommano a un milione e mezzo di euro.

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