Case di Bellaria a Peschiera, stop del Consiglio di Stato

La giustizia amministrativa conferma per la seconda volta la legittimità della scelta dell’amministrazione dell’ex sindaco di Peschiera Borromeo Antonio Falletta (Forza Italia) che nel 2012, passando per la votazione del consiglio comunale, congelò il piano integrato di intervento di Bellaria di Peschiera Borromeo, ritenendolo troppo vicino alla grande viabilità della Sordio - Bettola e della Paullese e soprattutto allo stabilimento chimico Mapei. Un progetto da 500 appartamenti, con annesso parco pubblico di 17mila metri quadri e scuola materna, articolato in tre lotti e varato nel 2007 dall’amministrazione di Francesco Tabacchi (Pd). Le prime perplessità erano state sollevate nel 2009 dai vertici della Mapei, stabilimento che tecnicamente è «a rischio di incidente rilevante» con la presenza di un deposito di perossidi proprio a ridosso del confine nord, oltre il quale era prevista la lottizzazione, e con la presenza di serbatoi di solventi: in caso di esplosione, nonostante il rispetto delle normative, si potrebbe generare un’onda d’urto in grado di abbattere i vetri delle finestre in un raggio di 200 metri.

Il piano era stato proposto dalla Immobiliare Santilo Srl che aveva poi ceduto i lotti 1 e 2 al fondo First Atlantic Real Estate Sgr, poi diventato Idea Fimit Sgr Spa, la società che nel 2008 aveva chiesto il permesso di costruire la scuola materna ma che nel 2011 se l’era visto rigettare, a seguito di un parere negativo dell’ufficio tecnico riguardante incompatibilità ambientale sotto il profilo acustico sia della scuola, sia del parco.

A quel punto Santilo aveva presentato il primo ricorso al Tar. Nel frattempo, nel 2008, aveva anche ceduto il lotto 3 alle cooperative San Giuseppe, Edilizia Dante e alla Srl Sviluppo Edilizio.

Nell’ottobre del 2012 il consiglio comunale di Peschiera Borromeo aveva annullato in autotutela il lotto 2, pari a circa 200 nuovi appartamenti, e le opere di urbamizzazione secondaria del lotto 1, cioè il parco e la scuola, determinando la conseguenze inedificabilità, per carenza di standard, dei suoli di riferimento, destinati quindi a tornare alla precedente destinazione agricola.

Le decisioni del consiglio erano appunto motivate dall’inquinamento acustico e dal rischio industriale Mapei.

Anche queste delibere erano state impugnate dall’immobiliare Santilo, che però nel 2013 aveva rigettato in primo grado tutte le istanze, dando ragione al Comune. Orientamento che è stato mantenuto anche dai giudici del Consiglio di Stato, nel verdetto di secondo grado deciso nel settembre scorso ma reso noto nelle sue articolate motivazioni solamente in queste ore. Anche se si era vista annullare diritti edificatori concessi quasi cinque anni prima. l’immobiliare, secondo la giustizia amministrativa non ha neppure diritto a un risarcimento, mentre il Comune ha correttamente salvaguardato gli acquirenti dei lotti 1 e 3 ritenendo che su di loro non potessero ricadere danni conseguenti agli aspetti di illegittimità originari del piano integrato d’intervento. Unico tasto dolente per il Comune di Peschiera: dovrà compartecipare alle spese di giudizio.

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