CARPIANO il sindaco: «Questa curva deve cambiare direzione»

L’allarme: «Stavolta il coronavirus colpisce anche i giovani»

È alla guida di un comune che, nel corso della prima ondata, è stato prima linea contro il virus, e per questo scelto tra i campioni dello screening-ricerca promosso dallo staff universitario guidato dal professor Massimo Galli, ed è da sempre attento osservatore della realtà che lo circonda. Paolo Branca, 63 anni, sindaco rieletto poco più di un anno fa a Carpiano, con una lunga esperienza politico-amministrativa sulle spalle, si trova oggi ad affrontare quella che è,ì una delle prove più dure per chi è chiamato a governare l’evento pandemico.

Siamo davanti ad una seconda ondata in gran parte prevedibile, ve la aspettavate però con questi numeri?

«Certamente era prevedibile e i segnali di una ripresa della pandemia erano già leggibili mesi fa. La fase due senza le necessarie precauzioni ne è stata la premessa e l’estate è stata il terreno di coltura della ripresa virale. I numeri sono molto alti e soprattutto il virus colpisce individui molto giovani e adulti giovani, oltre naturalmente agli anziani che spesso però si infettano negli ospedali».

Come è la situazione attualmente a Carpiano?

«La situazione riflette la più generale situazione dell’area della Città Metropolitana, numeri alti quindi e ancora in crescita. Aspettiamo che questa curva cambi direzione e si stabilizzi per poi, auspicabilmente scendere».

Avete in programma iniziative mirate per mitigare gli effetti di questo secondo lockdown?

«Consegna della spesa a casa in coordinamento con i negozi di vicinato di Carpiano; ritiro farmaci e consegna a domicilio per gli anziani e i cittadini che si trovano in quarantena a casa; fabbisogni quotidiani per le persone più sole e fragili; servizio infermieristico a domicilio che riattiveremo a breve; disponibilità di uno sportello di sostegno psicologico gestito dal nostro ufficio di servizio alla persona».

Quale ipotizza possa essere la ricaduta, economica ma anche socio-culturale, della situazione attuale?

«Difficile in questo momento fare previsioni di sorta. Certo le attività locali come commercianti ed artigiani che sono chiuse subiranno danni economici, anche ingenti. Gli aiuti dello Stato si stanno concretizzando, staremo a vedere. Le ricadute culturali per noi a Carpiano sono legate prevalentemente alla scuola che, almeno per ora, rimane aperta. Le associazioni hanno dovuto, a malincuore, rinunciare a tutti i momenti aggregativi. Dal punto di vista sociale fortunatamente a Carpiano non si è verificato, almeno fino ad ora, l’allargamento della forbice sociale, cioè c’è compattezza nella nostra comunità, c’è sensibilità ai bisogni, c’è quindi coerenza sociale».

Quali ritiene siano i comportamenti più adatti da tenere?

«I comportamenti corretti delle persone sono la chiave di volta per stabilizzare la crescita epidemica e poi per regredire nel contagio: uso continuo della mascherina sia all’aperto che in ambienti chiusi al di fuori della famiglia, lavarsi spesso le mani e disinfettarsele se non è possibile lavarle, distanza di sicurezza e rispetto del distanziamento fisico. Stare a casa se caso-Covid o contatto di caso, anche se asintomatico. Porre attenzione ai primi segnali di sintomo».

Cosa possiamo ipotizzare per il futuro?

«La sensazione è che dovremo convivere con questo virus a lungo. In attesa di un vaccino certo, ma anche con la consapevolezza che le nostre abitudini di vita dovrebbero cambiare un po,, prevedere stili di vita più sani: abitudini alimentari e di attività fisica per esempio, che abbassino i livelli di infiammazione latenti in noi».n

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