Carne “islamica” sequestrata dai Nas

Blitz in un magazzino: «Era tenuta fuori dal frigorifero»

I carabinieri del nucleo antisofisticazioni di Milano hanno sequestrato alcuni quintali di carne di manzo in un magazzino della zona industriale di San Giuliano Milanese, di proprietà di una società a responsabilità limitata di Milano guidata da un egiziano di 25 anni, che risulta gestire anche sei negozi al dettaglio di generi alimentari tra il capoluogo, San Giuliano e Sesto San Giovanni.

I sigilli sono stati apposti dai militari il 20 maggio scorso ma solamente ieri mattina il tribunale di Lodi, interpellato dagli avvocati che assistono la società in veste di riesame, si è espresso sul sequestro, decidendo che per ora va mantenuto per esigenze di indagine. La merce, principalmente carne fresca ma anche quantitativi minori di altre specialità nordafricane, secondo l'accusa apparterrebbe a categorie che vanno conservate a una temperatura tra i due e gli otto gradi.

Quando i carabinieri del Nas invece avevano effettuato il controllo a sorpresa nel magazzino, l’avevano trovata in un ambiente non refrigerato. Dopo aver apposto i sigilli e rilasciato il verbale di sequestro al legale rappresentante dell’azienda, la merce è stata comunque riposta nelle celle frigorifere di cui il magazzino è dotato. La difesa, che per ora non rilascia commenti ufficiali sulla vicenda, ha rappresentato al tribunale del riesame una circostanza che potrebbe chiarire l’accaduto: si sarebbe trattato di merce da poco scaricata dal camion che l’aveva consegnata, e che sarebbe ben presto stata spostata nei frigoriferi come prevede la legge.

Soprattutto, secondo i difensori non vi è alcun elemento tale da considerare quella carne come pericolosa per la salute: non risultano infatti effettuate analisi, o quantomeno gli esiti non sono ancora a disposizione dell’indagato.

In conseguenza del sopralluogo dei Nas la procura della Repubblica di Lodi ha aperto un’inchiesta, titolare il pm Delia Anibaldi, ma la speranza dei difensori è che la carne possa essere comunque dissequestrata quanto prima, anche perchè si tratta di generi deperibili e sembra non manchi molto al giorno in cui il normale processo di ammaloramento della carne fresca renderà inutile qualsiasi disquisizione sullo stato di conservazione al momento del sequestro probatorio. Le eventuali analisi, se a indagini chiuse risulteranno effettuate, saranno sicuramente utili nel processo, per chiarire se, oltre all’eventuale reato, vi fosse pericolo per la salute. Ma intanto migliaia di euro di carne, “islamica” o meno, saranno finite inevitabilmente tra i rifiuti.

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