Assalto al blindato, pista sudmilanese

Ci sono molte analogie fra la rapina al portavalori avvenuta lunedì sull’autostrada A9 e quella di circa un anno e mezzo fa a San Zenone in A1 ai danni di un furgone portavalori della Rossetti Group. Al punto da far pensare agli investigatori che ad agire, nei due casi, possa essere stata la medesima banda.

Quanto emerso nelle indagini seguite al colpo del Sudmilano, avvenuto nel dicembre 2011 e svolte dalle squadre mobili di Lodi e Milano, è stato ripreso in mano dai poliziotti di Como alla ricerca di una traccia che possa permettere di incastrare i malviventi.

Anche a San Zenone infatti venne bloccata l’autostrada con un finto incidente e il portavalori venne assaltato a colpi di kalashnikov. Ma in quel caso la reazione del conducente sorprese i malvivente e mandò in fumo i loro piani. Una volta capita la situazione, infatti, fece inversione di marcia e viaggiò contromano fin quasi alla barriera di Melegnano. Per fortuna era sera e il traffico limitato. A bordo c’era circa un milione di euro, prelevati in un caveau di Milano. La banda tentò di inseguirli, sparando raffiche di mitra, ma poi dovette desistere e l’auto uscì dalla carreggiata attraverso il passaggio utilizzato in genere per le manutenzioni nei pressi di un cavalcavia.

Le cose invece sono andate ben diversamente lunedì scorso. I malviventi, infatti, sono riusciti a bloccare il portavalori e a caricare sulle loro auto quasi tutto il contenuto, sia denaro contante che lingotti in oro, per un valore di circa 10 milioni di euro.

In entrambi i casi, una volta usciti dall’autostrada, i malviventi hanno abbandonato le auto in campagna proseguendo poi la fuga con auto “pulite”, lasciate lì in precedenza. Questo dimostra una perfetta conoscenza del territorio, frutto di una pianificazione del colpo fin nei minimi dettagli.

Un’altra banda dedita agli assalti ai portavalori, che colpì anche nel 2006 a Pieve sulla provinciale 235, quando venne ucciso il vigilantes dell’Ivri Enrico Morandi, è già stata assicurata alla giustizia dalla squadra mobile di Lodi. A un mese dal colpo vennero arrestate infatti nove persone, cinque già condannate all’ergastolo e altre due condannate a 30 e 20 anni di carcere con rito abbreviato. Due, infine, che per la polizia erano presenti all’assalto, sono state assolte dalla corte d’assise di Milano.

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