
Cinque “lucciole” sequestrate, violentate e rapinate sulle strade del Sudmilano: per questa serie di brutalità denunciate a partire dall’inizio di marzo da giovani donne dell’Est Europa sono stati fermati nelle scorse ore sei sudamericani, tutti autotrasportatori e, a eccezione di uno di loro, incensurati. L’unico che aveva già avuto guai con la giustizia era stato accusato di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persone e rapina: le medesime accuse che il pm milanese Ester Nocera ora muove sia a lui sia ai presunti complici.
Le indagini, anche con il ricorso a intercettazioni telefoniche e ambientali, sono state condotte in tempi record dai carabinieri del comando provinciale di Milano che hanno messo assieme le denunce raccolte, tra l’altro, anche dai carabinieri di Melegnano. È proprio in questa zona, a Carpiano, che la notte tra il 15 e il 16 marzo scorso era stata soccorsa sulla Binasca una 24enne albanese, ferita, che sosteneva di essersi dovuta lanciare da una Renault Clio in corsa perché un “cliente” sudamericano, dopo averla caricata con la scusa di un incontro, la stava sequestrando con la complicità di un altro uomo, spuntato dal vano bagagli con una pistola in mano.
Un episodio identico agli altri quattro già denunciati nelle due settimane precedenti tra Milano e Segrate. Comuni denominatore, la Renault Clio, i sudamericani e la pistola semiautomatica, finora non ritrovata nel corso delle perquisizioni. Non si esclude nemmeno che a disposizione dei sospettati ci fossero altre tre pistole. Individuato, invece, l’appartamento in cui sarebbero avvenute alcune delle violenze sessuali di gruppo: si trova a Segrate, in via Amendola. Il primo episodio denunciato si sarebbe verificato il 2 marzo a Milano e gli autori sarebbero solamente due dei sospettati. Il 14 e il 15 marzo invece sarebbero entrati in scena in tre, per prelevare una “lucciola” nella zona di Segrate, costringerla a rimanere in auto sotto la minaccia della pistola, con tanto di colpo esploso fuori dal finestrino a scopo intimidatorio, e liberarla poi in una zona che non conosceva nella speranza di ritardare l’allarme. Intercettati, due dei fermati sarebbero apparsi tranquilli: «Sono prostitute, nessuno crederà alle loro parole», il senso di alcune loro frasi. Altri sequestri e violenze sarebbero iniziati nella zona di Vimodrone, per concludersi poi sempre in un appartamento a Segrate.
Secondo gli inquirenti, i sospettati conoscevano molto bene le zone battute dalle prostitute proprio perché impiegati come autisti o camionisti.
I fermi, con richiesta di custodia cautelare in carcere, sono così scattati per i peruviani B.C.F.M., 52 anni, P.A.N.R., 35 anni, Z.H.B., 39, e V.V.A.L., 36 anni, e per il brasiliano P.B.M., 27 anni, tutti regolari e residenti tra Milano e l’hinterland.
Carlo Catena
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