Accordo sull’autovelox della discordia

Autovelox della discordia a Carpiano: si fa breccia una soluzione “morbida” fra Provincia di Milano e comune di casa, le due parti del contendere.

Secondo l’assessorato provinciale ai trasporti «è probabile che la questione venga regolata con un accordo di questo genere: resta un solo autovelox, quello nostro cioè provinciale, ma collocato in un altro punto della strada provinciale 40, indicato dall’amministrazione carpianese».

Stamattina Comune e Provincia andranno comunque dal giudice di pace di Lodi per cercare di mettere in discesa una questione che pare già andare in questo senso, dopo il vertice in prefettura della fine dell’anno scorso. Di fronte al prefetto si è manifestata una via d’uscita al vicolo cieco, individuata in un compromesso per cui la Provincia sposterà il suo rilevatore di cascina Pojago in una zona più vicina al centro abitato di Carpiano, e il municipio di casa toglie l’altro misuratore di Francolino, di fronte alla zona industriale.

La questione dell’incompatibilità fra “occhi elettronici” era nata durante l’estate scorsa, quando nel giro di poche settimane in cinque chilometri di strada provinciale 40 tre impianti si erano messi a scrutare la velocità delle auto, pronti a scattare foto al superamento dei settanta all’ora.

Ai due autovelox piazzati dalla Provincia in giugno a cascina Pojago, uscendo da Carpiano ad ovest, si era aggiunta durante il mese di agosto la videocamera del Comune, controllata dalla polizia locale, nella corsia prima della rotatoria di Francolino. Anche in questo caso sanzioni dai 39 euro in su pronte a scattare oltre i settanta, ma su una sola corsia.

Dopo qualche settimana “di condominio” l’amministrazione provinciale, attraverso l’assessorato ai trasporti, ha cominciato a chiedere al radar dei carpianesi di farsi da parte. La motivazione, secondo le valutazioni provinciali, stava proprio nella mancanza di un’autorizzazione valida per piazzare la macchinetta lungo una strada di demanio della provincia. Dal canto loro sindaco e amministrazione locale hanno ribattuto che l’autorizzazione c’era, rilasciata nel 2004 proprio dagli uffici provinciali, e che questa riguardava un punto della Binasca (Francolino) che a differenza di Pojago ha anche un forte attraversamento pedonale della carreggiata.

In questo modo ad ottobre era arrivato l’ultimatum dei palazzi provinciali, consistente in 800 euro di multa e nella richiesta di smantellare il rilevatore del comune. Sino a Natale il muso duro è andato avanti, ma ora pare che si intraveda una breccia: «L’incontro in prefettura è stato molto costruttivo - commenta Giovanni De Nicola, assessore in provincia - possiamo spostare il nostro impianto in una zona più “sensibile” secondo le valutazioni comunali una volta che loro l’hanno rimosso».

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