
Accorato appello per la piccola Ginevra di Mulazzano, che dovrà essere operata. Mamma Marzia e papà Paolo chiedono di accendere un’altra candelina per lei. Come avevano fatto nelle ore successive alla nascita, avvenuta a Vizzolo lo scorso 22 agosto. Era stato in quei giorni che si erano accorti della pancia gonfia della neonata. Subito era scattata la corsa all’ospedale e poi il ricovero alla Mangiagalli, dove i medici le avevano diagnosticato un neuroblastoma, un grave tumore stretto tra il fegato e i reni. In questi mesi Ginevra è già stata sottoposta a 8 cicli di chemioterapia. Ora è ricoverata all’Istituto tumori di Milano.
«Tra lunedì e mercoledì dovrà affrontare degli esami importanti in anestesia - spiegano i genitori -, per rivalutare il tumore. Le faranno il prelievo del midollo, la Tac e la scintigrafia. Chiediamo ancora a tutti di accendere di nuovo una candelina per lei, anche se sappiamo che alcune, da quei giorni di agosto, non si sono mai spente. Ginevra ha combattuto sino ad ora e ha affrontato la chemioterapia. La risposta è positiva, ma la strada verso la guarigione è ancora lunga». Ogni giorno Ginevra mangia il latte della mamma, estratto meccanicamente, e questo le fa molto bene. «Ginevra è una roccia - dice la donna -. Sentire le persone vicine dopo l’appello lanciato la volta scorsa ci ha dato molta forza. La comunità ha pregato e ha acceso molte candele per la nostra Ginevra. Sino a novembre la bimba è rimasta in terapia intensiva. Con la regressione della massa tumorale la situazione è più stabile e la bimba è stata trasferita all’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Anche qui, come alla Mangiagalli, i medici sono molto bravi. C’è una forte attività dei volontari, che fa vivere i ricoveri ospedalieri, per quanto possa essere possibile, in modo piacevole». Il fratello Lorenzo di 7 anni le sta sempre vicino, la tiene per la mano e le dà molta forza.
«La fede è quello che abbiamo, siamo molto religiosi - racconta la mamma -. Speriamo che qualcuno da lassù continui a guardare in basso. Se il Signore ci ha dato queste croci, dobbiamo portarle avanti. In questo ospedale i bambini con tumore sono davvero tanti. Capisco anche i genitori che dopo questa esperienza non vogliono più sentir parlare di Dio».
Alcuni giorni dopo il parto, la coppia di Mulazzano si era recata all’ospedale di San Donato per sottoporre Ginevra ad una visita al cuore. L’avevano prescritta i pediatri per un sospetto di soffio al muscolo cardiaco. È stato in quel frangente che gli specialisti si erano accorti che la piccola aveva la pancia molto gonfia. Già la mamma, il giorno prima, aveva sospettato che ci fosse qualcosa di anomalo. Da qui era scattato il ricovero in terapia intensiva alla Mangiagalli, la diagnosi e poi la dose massiccia di chemioterapia. Ora tutta la comunità è con il fiato sospeso, in attesa dell’esito dei nuovi esami. L’appello dei genitori ad accendere una candela per Ginevra non resterà inascoltato. Tutti auspicano che quel dannato tumore se ne vada via presto e per sempre.
La bambina di Mulazzano prosegue la sua battaglia contro il tumore: dopo la chemio deve affrontare un intervento, i genitori lanciano un altro appello dopo quello di agosto
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