Con i suoi 50 metri di larghezza, sei corsie e 70.000 veicoli al giorno, la Tem passerà a fianco del cimitero di Cassino, poi tra Lanzano e Virolo, e sovrasterà a 5 metri di altezza la suggestiva - fino ad ora - cascina Villambrera tra Mulazzano e Paullo. Non è un film di fantascienza ma il futuro concreto del territorio di Mulazzano, dove venerdì il comitato “No Tem, sì metro” ha incontrato i cittadini in sala consiliare. Il comitato si è formato a Paullo soprattutto attorno a circoli e partiti di sinistra, ma invita amministrazioni e cittadini dei 34 comuni interessati dal passaggio della Tem a deporre i differenti colori politici. Sulla divisione dei comuni si è infatti giocato il progetto della Tem, trattato singolarmente con ciascuna amministrazione in cambio di opere compensative. Ora nemmeno quegli accordi sono rispettati, causa mancanza fondi.
A Paullo era stata promessa la linea 3 del metro, ormai ferma. «La Tem è un investimento di 2.200 milioni di euro che pagheremo ancora noi coi pedaggi - ha dichiarato venerdì sera Giancarlo Broglia, del circolo “Pesce” -. Più gente passerà, più ci guadagneranno quelli che l’hanno voluta: al casello tra Paullo e Zelo usciranno 25.000 autoveicoli al giorno. Ma Cerca, Paullese e Pandina non diminuiranno il traffico né solleveranno i bisogni di chi lavora a Milano». Oltre al danno ambientale, acustico, sanitario e visivo di un’opera a 5 metri di altezza, bisogna mettere in conto il sorgere di centri commerciali, logistiche, impianti incenerimento rifiuti, cave, crollo dell’agricoltura e del valore delle case e possibili infiltrazioni mafiose in tutto ciò. Venerdì a Mulazzano c’erano persone di Cervignano, Comazzo, Zelo, Peschiera, Crema, Melzo. «Il nostro comune ha sempre ribadito il no convinto all’opera e siamo riusciti a fare cambiare il progetto che prevedeva persino un casello a Belpensiero», è intervenuto Ferruccio Stroppa vicesindaco di Mulazzano. Ma cosa fare ora che le ultime osservazioni al progetto si possono presentare solo entro l’8 aprile? C’è almeno l’appoggio dell’ex senatore Gianni Piatti originario di Mulazzano e di Massimo Gatti del consiglio provinciale di Milano ed ex sindaco di Paullo, che venerdì ha concluso: «Evitiamo di trattare comune per comune. Cittadini, partiti, associazioni, parrocchie si uniscano. Le istituzioni da soli non ce la possono fare anche quando sono animate da buone intenzioni. E dopo l’8 aprile ci troviamo tutti».
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