
A Comazzo la caccia all’“oro nero”
Ma il sindaco non ci sta:
«Solo poche righe
dal Ministero,
ma nessuno ci ha
detto nulla sui lavori»
Una comunicazione ferragostana di poche righe, siglata Ministero per lo sviluppo economico. E la Mac Oil è autorizzata a sondare il terreno lodigiano in un altro angolino, a Comazzo stavolta. La company è la stessa che già un anno fa si affacciò con richieste più o meno analoghe, che però guardavano anche alla zona ovest, area del Lambro, sempre a caccia di oro nero e gas naturale.
Stavolta l’emanazione della Petrocorp Inc, sede negli Stati Uniti, ha aggiustato il tiro nel lago Gerundo, quindi puntando il mirino lungo l’Adda. Fra i 26 comuni del territorio di 137,32 chilometri quadrati di esplorazioni entra Comazzo, col suo saliente proteso verso Lavagna, Corneliano Bertario e Liscate.
Comazzo è l’unico centro, fra Sudmilano e Alto Lodigiano, nel quale gli ingegneri potrebbero presto cominciare carotaggi e assaggi di vario genere. Dove e quando non si sa. E nulla vieta che a breve riemergano le richieste dell’anno scorso negli altri comuni. Il petrolio o il gas lungo l’Adda possono ben esserci: lo insegna Enrico Mattei con il giacimento di Caviaga, nato Agip nel 1943, ancora oggi non esaurito dopo 65 anni. «Il problema non è quello - annota Italo Vicardi, ora sindaco in prima linea - qui nessuno ha le competenze per dire se questa sia la caccia ai fantasmi o qualcosa di serio. Il fatto è che non ci hanno detto quando iniziano, dove, con che modalità, con che espropri se di espropri ci sarà bisogno, e cosa viene a noi comazzesi. Nulla di nulla. Ho una lettera di dieci righe del Ministero per lo sviluppo economico che autorizza la Mac Oil. Punto».
In effetti la nuova incursione lungo l’Adda petrolifera ha molto il sapore della manovra da ombrellone avvelenato. Vicardi e i suoi collaboratori si sono visti recapitare una missiva del dicastero che cita la legge 99 del 2009 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, targata ancora Mario Tremonti, nda), più altri articoli normativi, avvisando che, a conti fatti, la Mac Oil è autorizzata a setacciare il bacino in questione. Il tutto in dieci righe. Le cose probabilmente non sono così semplici - l’anno scorso si parlò quantomeno di Via, Valutazione di impatto ambientale, da staccarsi in regione - ma è altresì vero che la comunicazione all’ente locale non ha sprecato troppe parole. « Ripeto: non siamo in grado di dire dove inizieranno, ammesso che inizino - ancora il sindaco - con che tempi e dove. A nord, a sud, lungo il fiume, dobbiamo capirlo. Ieri ho riunito la prima giunta dopo agosto e abbiamo deliberato di fare pressing col ministero».
In realtà al confine fra Comazzo e Liscate (cascina Gardino) il petrolio lo cavano fuori da trenta anni, ma la memoria collettiva ha smarrito il ricordo se la procedura fosse stata, allora, similmente laconica.
L’area complessiva interessata dalle trivellazioni è di 137,32 chilometri quadrati (forse una riduzione rispetto ai 182 chiesti l’anno scorso, nda) con comuni in provincia di Milano, Cremona, Bergamo e Lodi. La Mac Oil può partire con le indagini entro 12 mesi dall’avviso.
Emanuele Dolcini
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