Volley, una lodigiana in Serie A

Anatomia di un debutto. Quello di Cecilia Nicolini in A1 domenica scorsa contro il Conegliano è stato molto diverso da quello avvenuto lo scorso 12 febbraio in A2 contro il Matera. Due soli i punti in comune: l'ingresso in campo al di fuori dello “starting six” e (ovviamente) la maglia del Crema Volley. Se nella passata stagione l'esordio della palleggiatrice (figlia e sorella d'arte) di Codogno era avvenuto in una gara che il Crema di Leonardo Barbieri aveva già in pugno (fu quasi una "passerella" di fronte ad amici e parenti al "PalaBertoni"), stavolta la "prima" nella massima serie della pallavolo italiana trova ragion d'essere in

vicende tattiche ben precise. La gara contro il Conegliano è stata infatti una battaglia che l'Icos di Barbieri ha vinto solo 15-12 al tie break. Nicolini è entrata in campo in due rapidi spezzoni di match (nel secondo e nel quinto set) e in entrambi i casi in battuta: «Leo (Barbieri, ndr) mi ha mandato in campo al posto del centrale Lauren Paolini - racconta Cecilia -, in quel momento un po' in difficoltà al servizio. Non è stato un "contentino" come un anno fa: stavolta le compagne erano in difficoltà e sono felice di aver potuto aiutarle. Peccato solo che non ci fossero i miei genitori sulle tribune». Lo score di Nicolini consta alla fine di tre servizi effettuati, due nel secondo e uno nel quinto parziale: due battute efficaci e un errore il bilancio.La 18enne codognese, l'unica atleta dell'Icos che lunedì non si sia goduta un giorno di riposo perché impegnata... sui banchi di scuola (a giugno l'aspetta l'esame di Stato al liceo scientifico Novello), è la seconda atleta della provincia di Lodi a giocare in A1 da quando esiste il comitato provinciale lodigiano: la prima fu (anch'ella giovanissima) Laura Gatti, che difese i colori del Cislago nel 1996/97 e 1997/98. L'Icos a Conegliano ha ottenuto la sua prima vittoria esterna: in graduatoria occupa ora il nono posto. L'obiettivo iniziale della salvezza (che poi equivale a conquistare la fase preliminare dei play off, appannaggio delle squadre dal settimo al decimo posto: retrocedono invece 11esima e 12esima) pare alla portata delle cremasche nonostante i recenti infortuni delle bande Lehtonen e Okaka: «Ma se giochiamo come sappiamo è possibile far bene anche nella prima fase di postseason», è sicura Nicolini. Cecilia ha fretta di imparare (soprattutto a livello tattico: «La velocità di palla è ancora più alta dell'A2, il palleggiatore dev'essere una sorta di computer nel leggere il gioco») ma si riconosce comunque un salto di qualità rispetto a un anno fa. Non sul piano tecnico, ma su quello psicologico: «Sono più sicura di me stessa, l'idea di giocare in Serie A non mi intimorisce più, anzi: so cosa devo fare e ho tanta voglia di giocare». E di dimostrare quanto vale al pubblico di Crema (e Codogno).

© RIPRODUZIONE RISERVATA