Vanelli “scopre” Rio, tra Carnevale e virus Zika

“Assaggio” di Giochi per Federico Vanelli. Da lunedì e fino a sabato lo zelasco è a Ipanema, in Brasile, “di passaggio” dopo il terzo posto nella 10 km di Coppa del Mondo conquistato domenica scorsa a Viedma nelle acque del Rio Negro: lui, Simone Ruffini e Rachele Bruni (ovvero i tre atleti italiani a essersi conquistati il pass nominale per la 10 km dei prossimi Giochi) stanno svolgendo un collegiale preolimpico nel bacino dove si nuoterà tra sei mesi.

Lo scenario non può lasciare certo indifferenti dal lato paesaggistico, ma questi sono giorni di allerta a causa del virus Zika, trasmesso dalle zanzare: nel Paese il numero di contagiati è enorme e il comitato olimpico Usa ha lasciato intendere che gli atleti che non se la sentiranno di affrontare rischi potranno rinunciare ai Giochi. «È allarme in tutto il Paese - testimonia Federico -, la tensione da questo punto di vista è palpabile. Preoccupazione? Non troppa, è un problema che riguarda soprattutto le donne incinte e poi noi ci siamo muniti di contromisure: repellenti e pomate in caso di punture».

La Zika non ha fermato il “rito” del Carnevale di Rio de Janeiro, culminato nella giornata di martedì. Vanelli l’ha vissuto da lontano, a Ipanema: gli azzurri per il primo giorno si sono allenati in vasca. «Non mi è dispiaciuto più di tanto evitarlo: troppo pericoloso», spiega Federico. Più della Zika gli azzurri temono infatti una città dalle mille sfaccettature e anche dal livello di criminalità piuttosto alto: «Rio non è un posto molto tranquillo, in media in città ogni giorno si verificano 20 omicidi e sono numerosi anche i casi di persone scomparse nel nulla. Con il Carnevale la situazione peggiora: di recente due canoisti inglesi sono stati rapinati. Quando usciamo non portiamo con noi né il cellulare né oggetti di valore. La metropoli è impressionante: si passa da una zona ricca alle favelas nel giro di pochissimi chilometri, eppure qui sembrano sempre tutti felici». L’appuntamento con le acque di Copacabana («Più limpide del solito: per la prima volta ho visto il fondo») è stato rinviato a ieri: «Abbiamo provato diverse rotte per verificare le correnti favorevoli e contrarie e il moto ondoso».

Nulla insomma viene lasciato al caso, come già accaduto in Sudafrica dove Vanelli con coach Emanuele Sacchi studiò una nuova tecnica di nuotata grazie alla GoPro. La prima verifica agonistica a Viedma è andata bene, ma lo zelasco più che sulla tecnica pone l’accento su altro: «È stata una bella gara, mi sono divertito. Da quest’anno metto più agonismo nelle gare e so farmi rispettare con gli atleti che sgomitano e rifilano colpi proibiti perché non “sanno” nuotare». Per arrivare al picco della condizione c’è tempo, ma la “vis pugnandi” di Federico Vanelli è già in formato olimpico.

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