Vanelli come Robocop per preparare i Giochi

Nuove tecnologie, levatacce e viaggi: è la via verso Rio de Janeiro di Federico Vanelli. Il nuotatore di Zelo dal 9 gennaio si è allenato in altura ai 1800 metri di Johannesburg assieme ad altri nove azzurri del fondo, tra cui la campionessa mondiale 2013 della 25 km e bronzo olimpico Martina Grimaldi e Simone Ruffini, come lui qualificato per la 10 km dei Giochi di Rio. Sono giornate di grandi fatiche («Si nuota 20 chilometri al giorno, con otto sessioni la settimana: doppio allenamento mercoledì e sabato e giornata libera la domenica», racconta lui), costellate da sveglie a orari impossibili («Al sabato mattina la vasca era libera solo all’alba, dalle 5 alle 8: per questo ci svegliamo alle 3.30 della notte») ma supportate anche dall’uso di nuove e inedite strumentazioni tecniche.

A “conoscerle” ha aiutato lo stesso Federico grazie a un “selfie” postato sul suo profilo Facebook («Diventiamo Robocop», ha scritto con simpatia l’azzurro), che lo ritrae con il braccio destro completamente avvolto in un macchinario utile per la pressoterapia: «È una tecnica che si basa sulla pressione sui muscoli dalla mano alla spalla e sul successivo rilascio - spiega il 24enne zelasco -: funziona un po’ come lo sfigmomanometro, si gonfia e rilascia a intervalli regolari, lo scopo è aumentare fino al 20 per cento il recupero». E aiuta effettivamente a recuperare? «Ve lo saprò dire dopo una gara, in allenamento per ora l’ho provato ancora troppo poco», racconta sornione.

Vanelli e gli altri azzurri sono monitorati anche negli allenamenti in vasca con tecnologie mai utilizzate prima: «Sotto il costume intero da gara mettiamo una fascia dotata di rilevatori e di un’antenna posta sulla schiena: attraverso una ricetrasmittente vengono trasmessi frequenza cardiaca e frequenza di bracciata e il nostro allenatore Emanuele Sacchi a bordo vasca vede se stiamo lavorando al meglio». E coach Sacchi è soddisfatto del lavoro svolto finora da Vanelli? «Ancora non si è lamentato, quindi credo vada tutto bene», dice ridendo Federico.

Uno strumento conosciuto come la videocamera Go Pro ha invece “stanato” un difetto tecnico del pluricampione italiano Assoluto del fondo: «Sacchi ci ha fatto fare delle riprese subacquee ed è emerso che a metà bracciata non utilizzo al meglio la mano e tiro il gomito fuori dall’acqua, “prendendo” meno acqua di quanta ne potrei prendere ed esprimendo molta meno potenza di quella che ho. Stiamo correggendo il gesto in questi termini, la nuova tecnica di nuotata mi pare più dispendiosa, ma è solo questione di abitudine».

La nuova bracciata di Vanelli vivrà peraltro la prima verifica agonistica a breve: gli azzurri domani infatti si trasferiranno in Argentina e domenica 7 febbraio a Viedma disputeranno la prima prova della Coppa del Mondo Fina delle 10 km. Per “Robocop” Vanelli il debutto nella stagione più attesa avverrà ancora nelle acque del Rio Negro.

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