Signoroni e l’Union Mulazzano: non solo Stroppa

Mulazzano Conosce ogni filo d’erba del campo, così come ogni singolo angolo del centro sportivo parrocchiale di via Mare a Mulazzano. Galeazzo Signoroni lo frequenta ininterrottamente dal 1973, da quando è stato eletto presidente della (allora) neonata società Union Mulazzano. Una storia che parte però da Spino d’Adda, dove Signoroni nasce nel 1940, per poi trasferirsi quasi subito prima a Cassino d’Alberi e poi proprio a Mulazzano. Lavora come artigiano, ma la sua grande passione è il calcio. Da ragazzo gioca anche a pallone: «Ero un gran attaccante anche se non ho fatto molta carriera», scherza.

Ma è come presidente che scrive le pagine più importanti della sua vita, rendendosi protagonista della fondazione di quella che ancora oggi è una delle realtà in cui il calcio è pura passione: «Per una decina d’anni in paese esistevano due società – spiega il presidente giallorosso – e cioè l’Us Mulazzano e la Cassinese. Insieme a Giuseppe Peccati, ex giocatore e allenatore del Mulazzano (di cui Signoroni era dirigente, ndr), nel 1973 proponemmo quindi di unire le forze sotto un’unica bandiera e il nome Union Mulazzano voleva proprio racchiudere quel senso di unione». Curioso anche come Signoroni sia stato eletto presidente: «Eravamo appunto in due e quindi si doveva per forza scegliere uno tra Peccati e me. Considerato che lui non lo voleva fare, mi è toccato per forza di cose e oggi sono ancora qui». All’epoca, nei primi anni ’70, è proprio il Mulazzano a riuscire ad allestire uno dei migliori settori giovanili del territorio: «Eravamo noi e la Cagliero di Lodi le uniche società della zona a disputare i campionati regionali – spiega Signoroni – e allora si incontravano anche le squadre giovanili professionistiche, tanto che su questo campo ci hanno giocato diversi ragazzi che poi sono diventati grandi giocatori, uno su tutti, Alberigo Evani (storico esterno terzino sinistro del Milan stellare di Sacchi, ndr)».

Ma soprattutto a Mulazzano ha iniziato a tirare i primi calci anche Giovanni Stroppa, oggi allenatore del Sudtirol in Lega Pro, ma con un grande passato da calciatore professionista (anche nel Milan, tra le altre): «Qui intorno non c’era nulla e quindi tutti i ragazzi venivano da noi a giocare. Mi ricordo che la domenica mattina facevo il giro dei paesi per passare a prendere i ragazzi da portare a giocare: qualcuno lo dovevo pure tirare giù dal letto».

Signoroni infatti si occupava di tutto, dalle righe del campo ai lavori di segreteria (gestita oggi dal nipote Gianluca) e soprattutto dell’organizzazione di un torneo a 7 che richiamava giocatori e pubblico da grandi occasioni: «Era il nostro fiore all’occhiello – afferma – e per quasi vent’anni siamo andati avanti anche grazie agli incassi che facevamo durante quel torneo, a detta di tutti uno dei più belli della nostra zona».

Ma al di là dell’aspetto agonistico l’Union Mulazzano e Galeazzo Signoroni in prima persona hanno contribuito a formare ragazzi diventati poi uomini che proprio in quel periodo avrebbero potuto cedere ad altri richiami: «Purtroppo in quegli anni un’intera generazione ha dovuto fare i conti con la droga, e il calcio sicuramente per i ragazzi è stato un elemento importante per evitare di cadere in quella trappola». Il presidente che da oltre quarant’anni guida la società ha tuttavia più di un rimpianto per i tempi passati: «Oggi a mio parere c’è troppo calcio anche in televisione e questo non fa bene, perché si rischia di inflazionarlo».

C’è anche un piccolo record di cui Signoroni va fiero: «In oltre quarant’anni ho esonerato solo due allenatori. Anche se ne avrei cacciati molti di più – sorride – però poi ho sempre agito confrontandomi con gli altri consiglieri, cosa che faccio anche adesso. Non mi piace infatti mettere becco nelle questioni tecniche, ma le poche volte che sono andato in panchina ovviamente ho litigato con il mio allenatore». Tuttavia sono parecchie le soddisfazioni che la squadra gli ha dato: «Oltre ai tanti successi nel settore giovanile, con la prima squadra abbiamo centrato sei promozioni dalla Terza alla Seconda Categoria e tre vittorie in Coppa Lodi. Non male per una piccola realtà di paese come la nostra». Piccola nei numeri, ma grande nella passione: «Siamo rimasti in pochi – sostiene con un po’ di amarezza –, ci vorrebbero più persone che seguano la società e si impegnino per mandarla avanti, però mi rendo conto che al giorno d’oggi non è facile trovare gente come noi che ha dedicato la propria vita a questo».

Sposato con Annamaria, Signoroni ha due figlie, Simona e Paola, e due nipotini, Leonardo di 4 anni e Davide di 10 mesi, che si augura giochino a calcio, magari proprio nella squadra del nonno: «Qualche volta penso sia arrivato il momento di farmi da parte, poi però è sempre troppo forte il richiamo del campo, così ogni giorno vengo qui e sistemo qualche cosa. Poi però ne aprofitto per sedermi in compagnia di qualche amico sotto l’albero a bere un buon bicchiere di vino e fare due chiacchiere».

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