Rivoluzione al Sant’Angelo

Rivoluzione a Sant’Angelo. L’arrivo in panchina di Umberto Cortelazzi, presentato ufficialmente venerdì scorso al «Chiesa», apre una fase nuova della recente storia barasina. Perché dopo due anni e mezzo di presidenza Roveda, l’impressione è che si stia vivendo una mutazione tecnica, un tentativo di fare il balzo necessario per competere ad alti livelli in Eccellenza. Si riparte dai soli Tacconi e Oddone, i due ragazzi più giovani nella stagione da poco conclusa e, ovviamente, da Cortelazzi. La «rivoluzione» rossonera si articolerà sostanzialmente in tre punti: rosa di giocatori snella e nuova fiammante, rimborsi spese a punti e allenamenti pomeridiani.

Avvicendare tutta la squadra, a eccezione di due elementi, è rischioso e atipico nello stesso momento; difficilmente si assiste a un taglio così netto con il passato. Quali le motivazioni? «A Sant’Angelo - spiega in prima persona il presidente Giuseppe Roveda -, siamo da sempre abituati a tifare una squadra con degli attributi, che sappia sacrificarsi e dare tutto per la maglia. Purtroppo questo è mancato nell’ultima fase del campionato (in undici gare, 9 sconfitte a fronte di 2 sole vittorie, ndr) sebbene avessimo parlato chiaro a tutti i giocatori dicendo loro che la riconferma sarebbe anche passata da qui. I giocatori però non ci hanno ascoltato facendo perdere l’onore alla nostra società». Parole chiare, dure, ma che comunque non offuscano la gratitudine per due anni positivi: «Voglio chiudere questo capitolo - conclude Roveda - ringraziando il nocciolo duro con cui abbiamo fatto tanto bene: parlo di Guarnieri e Razzetti in primis, due esempi magnifici specie per i nostri ragazzi del settore giovanile, ma anche Rubino, Roccati, D’Onofrio e Ticli. Ora però siamo passati a una fase nuova sposando in pieno la filosofia di Cortelazzi e il suo modo di lavorare».

A distanza di qualche tempo vengono alla luce episodi finora celati. Ad esempio, il nuovo mister era stato vicinissimo alla panchina rossonera già lo scorso inverno: «La posizione di Dellagiovanna (esonerato a metà dicembre dopo la sconfitta interna con l’Insubria, ndr) era traballante già da un po’ e avevamo pensato subito a Cortelazzi per la sua sostituzione - rivela Cristiano Devecchi, direttore generale barasino -, ma poi la Caratese ce lo ha «soffiato» a fine novembre. Lui è sempre stato la nostra prima scelta per avvicendare Diego Dellagiovanna cui eravamo legatissimi dopo i successi dell’anno precedente». Il desiderio di «partire a fari spenti, senza proclami», spiega ancora Devecchi, è lodevole, quello di «premiare i giocatori e il sottoscritto solo in base ai risultati», ribatte lo stesso Cortelazzi, innovativo e intrigante. Perché chi bazzica un poco il «Chiesa» ben conosce lo spirito dei santangiolini; che sanno sopportare quasi tutto, ma i mercenari no. E questo, in ultima analisi, sembra il primo capo d’imputazione mosso a buona parte degli ex giocatori rossoneri.

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