Rigori maledetti, Sant’Angelo eliminato

Ancora i maledetti rigori. Come due anni fa nella finale con il San Paolo d’Argon anche questa edizione di Coppa Italia termina per il Sant’Angelo a undici metri dalla gloria. Fenomenale il portiere varesino Cascione, capace di parare ben tre tiri dal dischetto, ma non solo: perché il Sant’Angelo ha disputato una gara sotto tono e il direttore di gara ci ha messo il proverbiale zampino.

La sfida dei quarti di finale (in gara secca) comincia con un brivido che raggela la folta ciurma di tifosi barasini al seguito: al 6’ Raccagni esce malamente al limite e in presa alta perde la sfera; si avventa Vergadoro, ma il suo tiro a botta sicura viene miracolosamente deviato in angolo dal piedone di Commisso. Non passano però che pochi secondi e il Sant’Angelo risponde con Bigatti che, lanciato in verticale da Arena, scappa in velocità ma si allunga la palla consentendo a Cascione di liberare. La gara si mantiene aperta e sebbene la Sestese se la giochi alla pari i rossoneri si avvicinano per due volte al vantaggio: prima Tolomeo, imbeccato da Ferré, prova a superare Cascione con un pallonetto fuori misura; poi Bigatti, servito in verticale, calcia a lato di poco da posizione defilata. La possibile svolta arriva quasi allo scadere di frazione quando Pitesa, già ammonito, viene espulso per il secondo giallo causato da un’entrata scomposta su Ferré.

La ripresa si apre con Dossena che inserisce il 41enne Lorenzi al posto di Cosentino per rinfoltire la mediana, ma soprattutto con l’arrivo allo stadio «Alfredo Milano» delle forze dell’ordine chiamate dal presidente varesino Alberto Brovelli, «spaventato» dal calore del tifo rossonero. E se la tensione si stempera subito in tribuna, ad aumentare è la spinta del Sant’Angelo, che al 6’ sfiora il gol grazie alla punizione a girare di Tolomeo disinnescata da un gran volo di Cascione. Mura sull’altro fronte costringe Raccagni all’intervento a terra poco dopo, ma il pallino del gioco è ormai mosso dai giocatori di Cortelazzi, che dal canto suo butta nella mischia Cantoni e Serra per dare maggior sostanza a un attacco poco produttivo. L’arbitro però veste i panni del protagonista e al 26’ espelle Patrini per doppia ammonizione. Cortelazzi, per proteste nei confronti del contestato direttore di gara, al 35’ segue il suo giocatore negli spogliatoi: da lì vedrà i suoi capitolare alla lotteria dei rigori.

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