Quattro chiacchiere con il “Cittadino”, Baggino Pancotti si racconta

«Questo soprannome me lo ha affibbiato il compianto giornalista Luigi Albertini, non mi ha pesato, direi che è stato un onore»

Uno dei calciatori che nel Lodigiano ha lasciato un segno grazie al suo estro e alla sua confidenza con il gol. Fabio Pancotti, classe 1968, una “vita” nel calcio dilettantistico di casa nostra. Dagli inizi a Locate Triulzi, paese dove è nato, alla lunga e proficua esperienza nel Sancolombano tra Eccellenza e Interregionale/Serie D (con 84 gol risulta tuttora il miglior marcatore azulgrana nel massimo campionato dilettantistico) per poi chiudere tra Brembio, Casalmaiocco, Casale e Zorlesco via via nelle categorie inferiori dicendo stop all’età di 42 anni.
«Il Sancolombano era più di una società, per me è stato una famiglia dove trovavano spazio il divertimento nel giocare al calcio unito alla professionalità e alla serietà. Sono arrivato a 22 anni e me ne sono andato a 34 anni. Io ho nel cuore tutte le stagioni fatte con la maglia del Sancolombano e ricordo quella nella quale facemmo 87 punti che ci portò alla vittoria del campionato di Eccellenza. Devo ringraziare tutto il pubblico di San Colombano e porto ancora nel cuore il gruppo dei supporters UbaBano».
Un soprannome impegnativo, Baggino: «Questo soprannome me lo ha affibbiato il compianto giornalista Luigi Albertini. Non mi ha pesato per niente, perché per me il calcio era divertimento. Direi che è stato un onore. Io ero un trequartista. A me è sempre piaciuto fare gli assist e mandare in gol gli attaccanti. Giostravo a ridosso dell’area e mi hanno sempre definito mezzapunta con i polmoni d’acciaio».

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