
Quando Cappella sfidava Benvenuti: sempre sconfitto, mai dominato
Il lodigiano scomparso nel 2022 a 89 anni combatté tre volte, da dilettante, con il campione olimpico di cui si sono tenuti i funerali a Roma
Certe sconfitte brillano come medaglie. Mario Cappella, grande pugile lodigiano, sfidò tre volte Nino Benvenuti, quando il triestino non era ancora leggenda, ma già nessuno voleva più affrontarlo. Troppo forte, troppo elegante, troppo... Benvenuti. «Era straordinario – raccontava Cappella in un’intervista al “Cittadino” –: per due riprese lavorava di fioretto, senza affondare. Nella terza colpiva. Ma io ne uscivo bene».
Benvenuti, scomparso martedì a 87 anni dopo lunga malattia e i cui funerali si sono tenuti oggi (22 maggio) a Roma, ha rappresentato un’icona del pugilato mondiale. Oro olimpico a Roma nel 1960, poi due volte campione del mondo tra i professionisti, nei superwelter e nei medi. Il trionfo al “Madison Square Garden” contro Emile Griffith, con l’Italia incollata alla radio, è una pagina iconica del nostro sport. Ma le luci d’oltreoceano si sono accese dopo una lunga gavetta tra i dilettanti. Ring polverosi, odore acre di sudore. “Nino Benvenuti nella sua carriera fra i puri aveva sempre vinto, ad eccezione di uno scandaloso verdetto in Turchia che lo aveva visto perdente. Sta di fatto che non trovava più avversari disposti a incontrarlo. Solo il grignanino Mario Cappella rispose all’appello”, scriveva Walter Burinato sulle colonne del “Cittadino”.
Classe 1933, cinque anni più anziano di Benvenuti, Cappella affrontò il campione in tre occasioni. Sempre sconfitto ai punti, mai dominato. Boxava da peso medio e mediomassimo e tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso costruì una carriera solida da dilettante, vestendo pure la maglia azzurra. Non passò mai professionista. «Bisognava scendere a compromessi, io volevo essere libero di scegliere», spiegava. Il suo nome è legato indissolubilmente alla Grignani, storica società sportiva lodigiana. Prima atleta, poi direttore sportivo, infine maestro. Nella palestra di via Cavour, dove oggi sorge il teatro alle Vigne, cominciò tutto. «Cappella fece anche la comparsa nel film “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti – aveva ricordato il compianto presidente della Grignani Arduino Baraldi in un’altra intervista al “Cittadino” -. Era famoso anche per aver incontrato tre volte Benvenuti: ne uscì sconfitto, ma sempre con grande dignità». Molti gli allievi passati dai suoi insegnamenti: da Claudio Tavanti, vicecampione italiano dei massimi, a Duilio Seccamani, che vinse il titolo regionale, fino ad Achille Ripari, Stefano Rossimel e Isidoro Viola. Tutti cresciuti con l’idea che un pugile vale non per quanto vince, ma per come combatte.
Cappella è scomparso nel 2022, a 89 anni. E nei suoi racconti il nome di Benvenuti tornava spesso. «Era bravo – ripeteva – ma io facevo sempre una bella figura». A volte basta questo per entrare nel cuore dei tifosi: perché non è da tutti salire sul ring quando il mondo si tira indietro, resistere tre riprese contro un campione, e andarsene a testa alta.
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