Per Acerbi scatta una “seconda vita”

«Non ho avvertito la tensione di ciò

che mi era successo, ho cercato

di concentrarmi solo sulla partita»

L'incubo è finito. E dopo un calvario durato due lunghi mesi Francesco Acerbi è di nuovo un calciatore a tutti gli effetti. E, soprattutto, «un uomo più maturo, più responsabile, più forte». Perché quella diagnosi impietosa di metà luglio, tumore a un testicolo, aveva rischiato di spezzare tutti i sogni del 24enne difensore di Dresano, capace però di affrontare a "brutto muso" la malattia e di vincerla in poco tempo grazie a una straordinaria forza di volontà e a quella grinta da gladiatore che compagni e avversari gli riconoscono. L'operazione, la degenza in ospedale e il lento recupero sono ormai antichi ricordi: tutto è svanito domenica pomeriggio, quando Acerbi, con il suo numero 15 sulle spalle, è sceso in campo con il Sassuolo al "Bentegodi" di Verona contro l'Hellas, lo stesso campo che, con la maglia del Chievo, era stato la sua prima "casa" in Serie A. E poco importa che la partita non sia andata troppo bene per i neroverdi emiliani (nell’occasione in maglia bianca), sconfitti 2-0: per Francesco è stato il match della rinascita, il battesimo della sua seconda vita calcistica. «Ho bruciato le tappe, pensavo di metterci molto di più a tornare in campo - racconta il giocatore dresanese, che nella scorsa stagione si è diviso tra Milan e Chievo -. Dopo l'operazione mancava ancora un mesetto al campionato: mi sono messo di impegno, lavorando al massimo con l'obiettivo di recuperare bene. Ho giocato un paio di amichevoli, fisicamente mi sentivo bene e il mister ha deciso di schierarmi anche in campionato». E a Verona Acerbi si è riscoperto giocatore vero, con l’unico pensiero di marcare i vari Cacia e Martinho. «Non ho avvertito la tensione di ciò che mi era successo, ho cercato di concentrarmi solo sulla partita. Avevo voglia di giocare, di tornare a fare quello che mi piace di più. Ho provato delle belle sensazioni. Fisicamente sto molto bene, devo solo ritrovare un po' il ritmo. Ma ero carico, ho retto tutti i 90 minuti». Il modo migliore per cancellare due mesi di paure, sofferenze e intense sedute di allenamento: «Devo dire grazie alla mia famiglia, a mia mamma, a mio fratello, alla mia ragazza. Ma anche ai dirigenti del Sassuolo, ai compagni, a mister Di Francesco. Tutti mi hanno aiutato, tutti mi hanno dato la forza per continuare. Grazie a loro sono ancora un calciatore». Più maturo rispetto a poco tempo fa: «Cerco di trovare il lato positivo di ciò che mi è successo. Nella sfortuna sono stato anche fortunato, perché la malattia mi ha dato la possibilità di vedere le cose in modo diverso. Ora sono più responsabile, sono meno incosciente, ragiono di più sulle cose. Non do più niente per scontato». Un "avviso" anche all'Inter, squadra che domenica farà visita al Sassuolo: Acerbi è pronto a "murare" anche Palacio e compagni. «Non abbiamo ancora raccolto punti ma stiamo crescendo. La ruota girerà. Domenica daremo il massimo. Non sarà facile per noi, ma non sarà facile nemmeno per l'Inter».

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