Pea senza rimpianti: «Il treno della Serie A è passato»

Dice che il treno per la Serie A «ormai è passato», eppure Fulvio Pea, 50enne tecnico di Casalpusterlengo attualmente alla guida del Pro Piacenza in Lega Pro, continua a essere sulla lista dei desideri di tanti club. Non solo in Italia: recenti “rumors” lo vogliono infatti nel mirino del Blackburn Rovers, nobile decaduta del calcio inglese che insegue il ritorno in Premier League. Lui, ospite ieri dell’Assoallenatori di Lodi, non nega e non conferma, forse per l’abitudine a un mondo in cui non ci sono certezze, soprattutto per gli allenatori: «Siamo la categoria più a rischio, abbiamo la vita delle farfalle: bastano due o tre sconfitte di fila per essere cacciati». E per questo l’obiettivo del prossimo anno è semplicemente «allenare»: dove, lo scopriremo solo vivendo. Ma intanto la stagione in corso ha confermato le doti dell’allenatore di Casale, uno che in carriera ha vinto tutto a livello giovanile al timone delle squadre Primavera di Sampdoria e Inter (in nerazzurro arrivò dopo esplicita richiesta di un certo José Mourinho) e che ha sfiorato anche la promozione in Serie A guidando il Sassuolo.

Pea, domenica è arrivata una pesante sconfitta nel derby con il Piacenza Calcio (4-0), ma la stagione è stata molto positiva…

«Sì, l’ultimo ko, peraltro meritato, non può intaccare quanto di buono fatto finora. L’obiettivo di inizio annata era la salvezza all’ultima giornata, invece l’abbiamo centrata con sei turni di anticipo. E matematicamente siamo ancora in corsa per i play off: sarà durissima, ma ci proveremo».

Da tre anni allena in Lega Pro (Monza, Cremonese e Pro Piacenza) dopo diverse stagioni in Serie B. C’è molta differenza tra i due campionati?

«A livello tattico no, la scuola italiana ha praticamente annullato il gap tra le varie categorie professionistiche. A livello individuale invece sì: la differenza è nella qualità dei giocatori».

Parliamo di Serie A: come le è sembrato finora il campionato?

«Un torneo molto lineare, in cui i pronostici sono stati rispettati. Le squadre che mi hanno impressionato maggiormente? Mi piacciono Fiorentina e Sampdoria, due formazioni che giocano un bel calcio. E poi vorrei complimentarmi con Simone Inzaghi, tecnico della Lazio: si è presentato con grande autorevolezza in un ambiente per niente facile».

E della “sua” Inter cosa pensa?

«Ha vissuto troppi alti e bassi in stagione. Ma sono convinto che i nerazzurri diventeranno la sorpresa dei prossimi anni: hanno una proprietà importante e ambiziosa».

Sabato c’è il derby…

«Una partita da tripla. Spesso vince la squadra che non gode dei favori del pronostico».

Dica la verità: lei è mai stato vicino ad allenare la prima squadra dell’Inter? Se ne parlava dopo l’esonero di Benitez…

«No, mai. Non so chi abbia messo in giro certe voci».

In nerazzurro ha vissuto l’anno del “triplete”. Mourinho la volle fortemente alla guida della Primavera dopo i successi ottenuti con la Samp. Ha più sentito il tecnico portoghese?

«Purtroppo no. Ma ho un bellissimo ricordo di quel periodo. Ho avuto la fortuna di vedere lavorare Mourinho da vicino. Ne ho apprezzato molto le qualità morali: è una persona diversa da come appare sui media. È un grandissimo professionista».

Dove allenerà Fulvio Pea il prossimo anno?

«L’importante è allenare… Serie A? No, ormai ho cinquant’anni: quel treno è passato».

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