Nuoto, Pizzetti fra nuoto e turismo«Qui si lavora tanto, ma bene

e sono andato al “Grand Canyon”

«Vado a riposare, oggi pomeriggio mi aspettano altri nove chilometri». Sono giorni di «lavori forzati» per Samuel Pizzetti, dal 30 gennaio (e fino a sabato 19) in altura a Flagstaff, Arizona, a preparare la nuova stagione con il collegiale della Nazionale (settori mezzofondo e 4x200 sl): doppio allenamento tutti i giorni tranne la domenica, per un totale di 12 sessioni settimanali. Più di Federica Pellegrini, che nella sua prima settimana da allieva del burbero Philippe Lucas ne ha affrontate «solo» dieci. «La prima fase è quella di adattamento: 15 chilometri al giorno. Si lavora benissimo e si fatica tantissimo» racconta «Pizzy boy» attraverso Skype («Il mezzo con cui comunico sempre in Italia dall’estero: è il più comodo») quando da lui sono le tre del pomeriggio, mentre a Lodi manca un’ora a mezzanotte. Ma se pensate che il collegiale «made in Usa» (che dal 19 al 26 febbraio «traslocherà» in Florida) sia solo cloro, acido lattico e noia mortale, vi sbagliate. Perché Flagstaff non sarà Miami («La scorsa settimana la temperatura è scesa a -18°»), ma per contro non è lontana da meravigliosi scenari naturali. Meraviglie nel vero senso della parola: il Grand Canyon infatti è stato inserito tra le sette meraviglie naturali del mondo. Ambiente impervio, si dirà: in verità arrivarci è piuttosto semplice, come spiega Pizzetti, che l’ha visitato domenica scorsa: «Classica statale americana dritta come una spada, che si inerpica poi attraverso una pineta e ti conduce fino a 1800 metri: il tragitto a piedi è ridotto». Da là però il panorama è incredibile: «Da dov’ero io l’altra sponda del Canyon distava 17 km. Davvero affascinante, anche dal punto di vista cromatico: le pareti del canyon erano visibilmente suddivisibili in strati, ognuno dei quali di colore diverso e risalente a un differente periodo geologico. I sedimenti sottostanti, più antichi, sono di colore arancione scuro, mentre più si risale più la colorazione diventa dapprima rosso per poi avvicinarsi al verde». La «gita» di domenica prossima ha invece una destinazione totalmente diversa: Las Vegas. «Ma non so se ci andrò, solo il viaggio sono dieci di macchina» analizza dubbioso il casalese. A rendere Flagstaff «più divertente di tutti gli altri collegiali in altura» (Pizzetti dixit) ci pensa però soprattutto il pranzo in mensa. Gli azzurri si allenano in un college e mangiano così in una mensa universitaria, «dove circolano certi individui fenomenali, vestiti nei modi più disparati e stravaganti, ma che qui evidentemente risultano normali». Dove soprattutto c’è una varietà di cibi da hotel a cinque stelle: «C’è la zona «pasta e pizza», quelle «hamburger e patatine» e «riso e pollo», la zona asiatica con gli spaghetti di soia... E rigorosamente poi niente vassoi: si prende sempre un piatto a testa alla volta perché sembra che con il vassoio si finisce col mangiare di più. E qui in America il tasso di obesità è già piuttosto alto». A proposito di Usa: e le feste universitarie dei college rese celebri da numerose pellicole statunitensi? «La settimana scorsa ci avevano anche invitato a qualcosa del genere, ma siamo qui per nuotare e alla sera arriviamo distrutti». Il momento giusto per festeggiare per Samuel Pizzetti è ancora di là da venire.

Samuel Pizzetti, 24 anni, è a Flagstaff (Arizona) con laNazionale di nuoto per allenarsi.

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