I Moyersoen abitano alla cascina Longora di Carpiano. È una famiglia di agricoltori, il padre di Jean Marie e Filippo è di origine belga, la madre italiana. Agricoltori con una passione per i cavalli coltivata fin da quando erano piccoli. Jean Marie, ufficiale di cavalleria, è stato nel 15° Cavalleggeri di Lodi ed è rimasto cinque mesi in Libano nel 1983. È vivo il suo legame con Lodi, dove ha frequentato la Scuola dell’Agricoltura. Il cenno al riguardo sta a indicare il suo legame con i cavalli, ma è lo sport equestre che ha in Filippo un suo esponente e quindi l’attenzione è per lui. Nasce nel 1954 e la sua prima esperienza equestre
L’equitazione offre ai propri praticanti la possibilità di “resistere” al tempo. Filippo prosegue, partecipa e vince, è sempre fra i migliori. Però occorre anche fortuna e qualche cavallo “buono”. Arriviamo alla vigilia delle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Così si espresse allora: «Ci speravo, ma non ci sarò, ormai è praticamente deciso. Dal 1994 avevo un cavallo di sicura qualità, Loro Piano Duganò. L’avevo fatto acquistare undici anni fa da un amico che me lo aveva affidato per le gare. Ora ha sedici anni. Purtroppo l’anno scorso è rimasto fermo per un infortunio, quest’anno ha ripreso con risultati sorprendenti. Con lui ho vinto due Gran premi Italia e una gara in Piazza di Siena. Mi sono piazzato anche sesto al concorso Pavarotti di Modena. Purtroppo nel concorso per Nazioni è andata decisamente male, sono finito indietro: era l’ultima occasione per avere concrete speranze di andare ad Atlanta». Prese atto con tranquillità, non fu fiaccata la sua passione, rimase solido il suo connubio con il cavallo. Un’Olimpiade con poca fortuna, un’altra che lo ha visto escluso quando contava di esserci: episodi spiacevoli sì, ma che “entrano” nelle vicende umane e quindi vanno vissuti con animo sereno. Filippo spiegò che l’animale ha un peso importante, intorno al 50 per cento, nel determinare i risultati. Giusto credere dunque che le vittorie e le sconfitte vanno divise a metà fra cavaliere e cavallo e può succedere che i due si lodino, o si rimproverino, a vicenda. Gareggia sempre (e talvolta vince) il cavaliere di Carpiano. Insegna a cavalcare, istruisce i cavalli, avvia iniziative e nel suo operare trova sempre il modo di divertirsi con il nobile animale. Forse, lontani da orecchie indiscrete, lui e i quadrupedi si parleranno... Già, l’equitazione è sport nel quale il fair play è d’obbligo. Il rituale dei cavalieri non è mera esteriorità, testimonia un modo di vivere lo sport legato a una tradizione che conserva valori antichi. Un ricordo e un desiderio di Filippo: gli è vivo nella memoria quello delle due settimane passate a Parigi, lavorando quale volteggiatore acrobatico in un circo al fianco di Mario Luraschi, considerato il più grande acrobata equestre. Una volta in un concorso passò un muro di un metro e 80 centimetri seduto in sella al contrario. Ora il suo sogno è di superare i 2 metri, ancora in sella al contrario. Dalla cascina Longora si ode il nitrire degli intelligenti equini. Filippo Moyersoen, un agricoltore con l’amore per i cavalli, così lui si definì.
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