Marzella junior si dà al calcio

Marzella è un centrale, uno che interrompe il gioco e prova a impostare la manovra. Attaccante? Certo no. Hockeista? Neanche. Non sono i fumi balordi di un caldo ottobrino anomalo, perché una volta tanto l'allenatore dell'Amatori Pino Marzella non c’entra niente, piuttosto a essere protagonista è il figlio Giosafat, 19enne in procinto di affrontare una nuova avventura da calciatore nel Crema. Il trasferimento del padre a Lodi e la conclusione degli studi lo scorso anno hanno convinto il ragazzo a tentare l'avventura in Lombardia. «Ho colto al volo questa opportunità - commenta Giosafat Marzella, 20 anni da compiere fra un mese -: avevo voglia di cimentarmi con una nuova realtà e al tempo stesso di mettermi alla prova». In questi giorni il centrocampista classe 1991 sta sostenendo una serie di allenamenti con il Crema allenato da Claudio Nichetti (ex mister di Sant'Angelo e Fanfulla), che affronta la seconda stagione consecutiva in Eccellenza. «Mi sono aggregato alla squadra da un paio di settimane e sto lavorando con il gruppo in attesa di una firma che potrebbe arrivare a giorni - spiega il ragazzo -. Sono molto contento perché mi sto trovando bene, i compagni mi hanno aiutato parecchio a inserirmi in una fase sicuramente non facile. Ma ho buone sensazioni, ho trovato davvero tanta accoglienza». I primi passi Marzella junior li ha mossi nel settore giovanile del Bari, dove è rimasto per quattro anni fino agli Allievi, poi il passaggio al San Paolo Bari e alla Pro Inter, squadra che lanciò nel mondo del calcio un certo Antonio Cassano. Di lì il trasferimento alla Berretti del Barletta, con anche una convocazione in prima squadra nell'allora Serie C2, poi due esperienze in Promozione con la seconda squadra di Barletta (in quell'anno arrivò anche la convocazione nella rappresentativa pugliese al “Torneo delle Regioni”) e il Canosa. Ma come può il figlio di uno dei giocatori di hockey più forti di sempre fare il calciatore? «Credo che sia accaduto perché nel momento in cui io ero piccolo e mi avvicinavo allo sport papà aveva definitivamente abbandonato il mondo dell'hockey. Credo di essere entrato in un palazzetto solo sei o sette anni fa. Per me è stato spontaneo scegliere quello che più mi piaceva, senza nessun tipo di condizionamento. Certo, se avessi avuto in questo momento quattro o cinque anni probabilmente avrei scelto l'hockey per ovvi motivi, ma sono felicissimo della scelta che ho fatto, perché sono da sempre innamorato del pallone. A chi mi ispiro? Da grandissimo tifoso del Milan dico Massimo Ambrosini, ma ahimé stravedo anche per Andrea Pirlo, proprio quest'anno passato alla Juventus». Intanto procede l'ambientamento in una Lodi che trasuda hockey: «A Giovinazzo l'hockey è uno sport molto importante, ma non c'è paragone con Lodi - conclude Giosafat Marzella -, qui è tutto accentuato. L'altro giorno sono entrato in un bar e c'erano dei ragazzi che parlavano del Mondiale di hockey, mi sembrava impossibile. Invece qui si vive ogni giorno per questo sport ed è eccezionale. Vengo spesso al palazzetto e ora sto uscendo con i ragazzi dell'Amatori, anche perché non conosco ancora molta gente: mi sembra un posto molto bello, mi sto trovando bene. Adesso però vorrei solo concentrarmi sulla nuova avventura a Crema, per aiutare la squadra a fare il massimo nel campionato di Eccellenza».

Aldo Negri

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