L’indagine su Tonali e Zaniolo: poker e blackjack o scommesse?

Si allarga ancora il caso partito dal reo confesso Fagioli: Corona fa il nome di Zalewski

Il vaso è stato scoperchiato. Lo tsunami scommesse illecite sta sconvolgendo il calcio italiano, ma per ora ci sono tre indagati e nessun colpevole. Il santangiolino Sandro Tonali, Nicolò Zaniolo e Nicolò Fagioli hanno ricevuto un avviso di garanzia: si dovrà aspettare che la giustizia faccia il suo corso per capire eventuali colpe e conseguenti squalifiche. È doveroso ribadire che gli atleti professionisti possono scommettere (come tutte le altre persone) sui siti autorizzati a patto che non puntino soldi sul proprio sport, in questo caso il calcio. Le scommesse su piattaforme online illegali vengono punite solo dal punto di vista penale; tutto cambierebbe se i giocatori avessero puntato su partite di calcio, perché in questo caso si configurerebbe il reato sportivo.

La procura federale guidata da Giuseppe Chinè - che si muove parallelamente alla procura della Repubblica di Torino - ha solo aperto un fascicolo e sta dunque svolgendo le indagini, tra cui le audizioni già avvenute di Fagioli. Le verifiche riguardano in particolare la violazione dell’articolo 24 del codice di giustizia sportiva che vieta “ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati da Figc, Fifa e Uefa”. In caso di colpevolezza, la pena parla di una squalifica non inferiore ai tre anni. Ma la sanzione può ridursi in caso di patteggiamento o collaborazione del giocatore sotto indagine: una posizione adottata da Nicolò Fagioli che ha ammesso le proprie responsabilità anche davanti alla procura federale.

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Nel caso di reato accertato, Tonali e Zaniolo sconterebbero la squalifica anche in Premier League. I due sono stati raggiunti giovedì a Coverciano da agenti della polizia: gli inquirenti hanno proceduto al sequestro dei telefoni cellulari che verranno ora analizzati e in particolare si passeranno al setaccio le chat. La Nazionale, per “tutelare gli atleti”, ha preferito rimandare i giocatori a casa. Tonali e Zaniolo si sarebbero difesi negando scommesse sulle partite di calcio, ma limitandosi (pur su siti non autorizzati) a puntate di poker e blackjack. Si vedrà. Intanto rischia di espandersi a macchia d’olio la lista dei giocatori sotto la lente della procura. Ieri Fabrizio Corona, sentito in questura a Milano come “persona informata sui fatti”, ha parlato di una cinquantina di tesserati coinvolti nelle scommesse.

L’ex re dei paparazzi ha già fatto il nome di Zalewski della Roma, ma per ora non ci sono conferme. «Siamo stati in grado di rispondere con grande coerenza, rispetto per le istituzioni e alla maglia azzurra – commenta il presidente della Figc, Gabriele Gravina -. La ludopatia non è un problema del calcio, è una piaga sociale». Anche Arrigo Sacchi ha commentato la vicenda su Radio 1: «Sono dispiaciuto per i giocatori ma ci devono essere delle regole, altrimenti è il caos. Mi ha stupito molto leggere il nome di Tonali, che in campo è quello che pensa di più».

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