
Nessuna città al mondo meglio di New York sa coniugare il verbo “correre”, nessuna manifestazione sportiva al mondo sa mixare l’alto livello con le dimensioni di gara “popolare” come la maratona della Grande Mela. “Popolare” è un eufemismo, a fronte di qualcosa come 49.617 atleti al traguardo: una festa cosmopolita cui hanno preso parte (pur se in numero inferiore rispetto ad altre stagioni) anche alcuni corridori del Lodigiano e del Sudmilano. Il più veloce tra i nostri rappresentanti è stato Fabio Buccigrossi, alfiere dello Sports Club Melegnano, 1530esimo assoluto (1406esimo tra gli uomini) in 3 ore 10’31”: «Ho pagato un ritmo troppo veloce all’inizio, ma sono comunque soddisfatto: questa maratona è unica e non è detto che torni il prossimo anno».
Un’esperienza significativa che Buccigrossi domenica ha condiviso con un altro melegnanese, Claudio Farina, bravo a scendere sotto le quattro ore al debutto (12.316esimo in 3h59’31”): «La partenza sul ponte di Staten Island è impressionante, l’arrivo a Central Park quasi commovente, il percorso permette veramente di respirare l’atmosfera di questa città grazie al calore dei quartieri: ad Harlem per esempio suonano jazz dal vivo», raccontano i due melegnanesi. Il rituale di partenza, nel cuore della notte, è qualcosa di suggestivo: «C’è stato il cambio dell’ora alle 2 di notte - il racconto di Buccigrossi -, ma non sapevamo se l’iPhone si aggiornasse da solo, quindi si può solo immaginare quante volte abbiamo controllato la sveglia, suonata comunque alle 4.30. Siamo arrivati al villaggio di partenza in traghetto, guardando la Statua della Libertà. Per far partire 50mila persone occorrono quattro “ondate”: abbiamo atteso il nostro turno sdraiati sull’erba e, da quest’anno, anche sulla paglia, sempre assistiti dai volontari. Poi il colpo di cannone ed è iniziata l’avventura»
In gara per il Lodigiano c’erano anche atleti non tesserati per sodalizi Fidal “nostrani” come Carmine Tavano (14.531esimo in 4h00’25”), Carlo Garlaschi (36.612esimo in 5h08’36”) e Giorgio Aringhieri (38.152esimo in 5h14’55”). A rappresentare la Bassa e il Gp Codogno era invece il 54enne Piero Uggeri, anch’egli al debutto in una 42,195 km dopo trascorsi recenti nel nuoto e nel ciclismo amatoriale: per lui il cronometro ha detto 4h51’41”, prestazione equivalente alla 31.561esima posizione. «Metterne dietro quasi 20mila è un buon risultato - dichiara Uggeri, codognese doc -: il pubblico è impressionante, il mal di braccia a furia di battere “cinque” agli spettatori è quasi pari al mal di gambe». Sulla ragione dell’attrazione “magnetica” che ogni corridore ha per questa maratona Uggeri utilizza parole eloquenti: «I costi sono alti: un pettorale costa 400 euro, una trasferta oltre 3mila. Ma a New York comunque tornerò: qui se sei stanco è il pubblico a “spingerti” avanti con il suo calore».
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