La leucemia stronca Teo Bertolazzi

Lacrime trattenute a stento, il cuore che batte al ritmo della tristezza infinita: la notizia della scomparsa di Matteo Bertolazzi, che ha perso la partita più importante contro la leucemia, vela di dolore l’ambiente intorno al «Campus» e i pensieri dei tanti appassionati di basket del Lodigiano. Nato a Parma l’11 gennaio 1979, il popolare «Bat-Teo», come lo avevamo soprannominato per l’abilità cestistica nell’anno di LegaDue passato in rossoblù (2010/2011), è mancato all’affetto di papà Gianni, di mamma Cristina e della sorella Giulia, dei tantissimi amici e dell’intero basket italiano, nella notte fra domenica e lunedì.

Bertolazzi con la maglia dell’Assigeco

Ha avuto la meglio il terribile male che si è palesato a settembre dell’anno scorso costringendolo a lasciare la Paffoni Omegna nella fase di precampionato: non sono bastate a Matteo, figlio e fratello d’arte, la voglia di lottare con carattere e determinazione, l’ottimismo e l’educazione, da sempre esibiti sul parquet. In certi casi è come giocare con gli arbitri che ti «tirano contro». «Non riesco a rendermene conto: due mesi fa io e Chiumenti siamo andati a trovarlo a Parma: stava riprendendo peso, l’abbiamo visto bene - racconta con il magone Alex Simoncelli, suo compagno nell’Assigeco in LegaDue -. Aveva voglia di tornare alla vita di prima e, come sfida, di rimettere piede in campo: capisco che certe malattie sono difficili da superare ma uno spera sempre e la sua scomparsa mi lascia un grosso amaro in bocca. Era un amico e compagno incredibile al quale non potevi non volere bene: sensibile, sempre positivo. Quante vacanze insieme... È una dura perdita». L’Assigeco, e tutto il basket, sono in lutto.

Ieri la Nazionale di Pianigiani contro la Spagna agli Europei ha giocato con il lutto sulla maglia per onorare la memoria di un ragazzo cresciuto tra Parma e Bologna, sponda Virtus (2 presenze in A) passando per la Nazionale Cadetti, Forlì e poi Pistoia e Vigevano, in entrambi i casi con la promozione in LegaDue, prima di arrivare nel Lodigiano. «Sono letteralmente a terra - dice Franco Curioni, patron dell’Assigeco -. Sabato sera mi avevano avvisato dell’aggravamento delle condizioni di Matteo, ma sapere che ci ha lasciato un ragazzo super di 34 anni mi riempie di dolore e smarrimento». Nelle due gare dell’anno scorso, contro Omegna e Castelletto Chiumenti aveva organizzato l’iniziativa «tutti pazzi per Bertolazzi»: «Era rimasto contento, diceva che lo avevano aiutato - ricorda il capitano rossoblu -: ha voluto le magliette che avevamo fatto. Gliele avevo portate un paio di mesi fa, sembrava in recupero invece il destino ha voluto diversamente. Ti rendi conto? Era lui a dare forza a noi, era proprio unico. Mi ha fatto amare l’attività subacquea: parlavamo di realizzare il suo sogno di andare in un’isola sperduta della Micronesia la prossima estate. È stato amato da tutti dove ha giocato. È andata così, ha smesso di soffrire ma ci vorrà un po’ per accettare la sua scomparsa».

«Bat-Teo» da ieri si allena con la dea Canestria: noi quaggiù ci sentiamo un po’ più soli.

Nato a Parma l’11 gennaio 1979, il popolare «Bat-Teo», come lo avevamo soprannominato per l’abilità cestistica nell’anno di LegaDue passato in rossoblù (2010/2011), è mancato all’affetto di papà Gianni, di mamma Cristina e della sorella Giulia, dei tantissimi amici e dell’intero basket italiano, nella notte fra domenica e lunedì

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