La corsa di Vincenza finisce a Pechino

Il gran desiderio di correre, di misurarsi in gara con gli altri: sono gli stimoli che hanno spinto una ragazza di Lodi a percorrere, correndo, chissà quanti chilometri. Vincenza Sicari nasce a Lodi il 19 marzo 1979 (debbo ringraziare Cesare Rizzi e Alberto Bassanini per le esaurienti informazioni che mi hanno fornito su di lei) e sin da ragazzina ha voglia di correre e si tessera alla Fanfulla. Influisce certamente nella sua scelta la sorella maggiore Francesca, già impegnata con successo nelle prove multiple di atletica e detentrice del titolo

italiano 1995 nel salto in alto con 1.86 metri. Un crudele destino è però in agguato: nel giugno del 1998 un grave incidente automobilistico sulla Torino-Aosta tronca inesorabilmente la carriera di Francesca. Vincenza mostra di valere, ha spiccate doti di resistenza aerobica, le si addicono insomma le medio-lunghe distanze. Nel 1994 fra le Cadette coglie i primi risultati di rilievo fra cui un secondo posto nei 2000 nel Criterium di Categoria. Seguono due annate fra le Allieve avare di risultati. Poi il passaggio fra le Juniores e Vincenza, allenata di Alberto Bassanini, torna prepotentemente in auge. Nel 1997 agli Europei di campestre in Portogallo si piazza 13esima, un risultato mai ottenuto da un’italiana in competizioni del genere. Ai Mondiali di campestre dell’anno successivo ottiene il 69° posto, frenata da un infortunio subìto in precedenza. Iin pista conquista invece un argento sui 5000 nel campionato italiano Juniores. Strada o pista? La giovane non fa differenza. C’è la corsa “lunga”, che non termina mai: quando l’acido lattico avvolge i muscoli e si pensa a un prato verde sul quale distendersi, è la “testa” chiamata a resistere, una risorsa che Vincenza ha nel suo bagaglio. Nel 1999 si trasferisce a Roma, cerca nuovi stimoli, pensa a una sistemazione economica. È nella categoria Promesse, quella che precede l’Èlite. Alti e bassi: un terzo posto nei 2000 cross poi una .pausa e quindi si riprende vincendo il titolo di categoria nei 1500 e nei 5000 e cogliendo un terzo posto negli Assoluti nei 5000. Nel 2001 agli Europei di campestre chiude 55esima, alla Cinque Mulini è terza. Veste i colori della Fondiaria Sai nel 2003 ed è azzurra ai Mondiali di cross (51esima) e nell’anno successivo si arruola nell’Esercito tesserandosi per il relativo gruppo sportivo.

Il dilemma sulle scelte delle competizioni a cui partecipare non si pone per la Sicari, impegnata in ogni dove, anche se emerge una certa predilezione per la strada. Nel 2005 è in azzurro in tutti i settori (Mondiali di mezza, 31° posto), Giochi del Mediterraneo (sesta nei 10000) e Mondiale cross lungo (40esima). Ormai è pronta a battersi nella corsa delle corse, la distanza che percorse Filippiade da Maratona ad Atene. Ed è qui che arrivano i successi più prestigiosi della sua carriera: vince a Firenze (2006), a Padova (2007) e a Torino (2008), in quest’ultima fa segnare il suo personale con 2h21’51”, tempo minimo valido per aprirle le porte delle Olimpiadi di Pechino del 2008. Ecco dunque la prima donna dell’atletica lodigiana misurarsi sul tracciato che da piazza Tienanmen va al “Nido d’uccello”, lo stadio olimpico di Pechino. Vincenza si è preparata, è in buona condizione, lo testimonia la performance ottenuta poco tempo prima. Il caldo e l’umidità sono però nemici pericolosi per tutte e per lei in particolare. Al 15° chilometro la lodigiana è in un gruppetto fra le migliori ma poco dopo la fatica si fa sentire e progressivamente perde terreno sino al 25° chilometro quando, passata la crisi, recupera una decina di posizioni che però non bastano per raggiungere le altre due azzurre, la Incerti che giungerà 14esima e la Genovese 17esima. Vincenza si classifica 29esima vincendo un sprint a tre con la polacca Gruca e con l’ucraina Filonyuk. Il tempo fatto segnare, 2h33’31”, è superiore di 10” al suo record. Forse rimane delusa, ma la partecipazione a una Olimpiade lascia sempre una traccia incancellabile nella memoria.

Vincenza Sicari torna dalla Cina e non smette di correre, non più però ad alto livello: le sue proficue annate ormai appartengono al passato. Nel 2009 la troviamo vincitrice della gara “Corri per la Befana”, un successo che ripete l’anno dopo. Vince anche una competizione a Isernia. Nel 2009 torna a Lodi a gareggiare alla Faustina nella finale Scudetto con la maglia della Fondiaria Sai, schierata nei 1500 e nei 5000. Al di là di quel soffio di nostalgia, Vincenza prosegue nel suo cammino a Roma dove, da quando si è trasferita là, è avvolta in un alone di mistero. Vicende liete e tristi entrano nella vita di ognuno di noi: così è per questa lodigiana che ha goduto di un privilegio di pochi, quello di correre sotto il fuoco di Olimpia.

Walter Burinato

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