Juve, due gol per lo scudetto

Battuta la Samp, per i bianconeri è il nono scudetto consecutivo

Non il più bello, nemmeno il più sofferto nonostante l’andamento lento delle ultime giornate. Ma a suo modo storico: perché arrivato nell’anno più strano della storia del calcio e perché, per la prima volta, Maurizio Sarri può festeggiare un titolo a livello italiano. Lo scudetto numero 36 della Juventus, il nono consecutivo, rappresenta soprattutto la “rivincita” del tecnico toscano, mai pienamente compreso e amato da squadra, dirigenti e tifosi, ma comunque capace di portare a termine la missione al primo colpo, sulla scia dei predecessori Conte e Allegri. La sua Juve non è stata la più spettacolare degli ultimi anni, come il popolo bianconero si era augurato alla vigilia del torneo: il “sarrismo”, il gioco frizzante e offensivo visto a Napoli, ha fatto fatica ad attecchire a Torino, in un ambiente in cui storicamente “la vittoria è l’unica cosa che conta”, anche a discapito del bel gioco. Malgrado qualche alto e basso di troppo, la Juventus si è comunque confermata ancora una volta superiore alla concorrenza, vincendo con due giornate di anticipo. Il successo contro la Samp vale il match point: il 2-0 finale, firmato Cristiano Ronaldo e Bernardeschi, porta “Madama” a +7 sull’Inter e a +8 dalla coppia Atalanta-Lazio. Nel primo tempo i bianconeri faticano contro una Sampdoria ben organizzata. Gli infortuni (prima Danilo, poi Dybala) non aiutano la squadra di Sarri, mai veramente pericolosa dalle parti di Audero. Tutto cambia al 46’, quando Pjanic, su punizione, tocca in orizzontale per Ronaldo che di prima intenzione calcia la sfera all’angolino. Nella ripresa i blucerchiati ripartono forte, ma al 21’ Bernardeschi chiude partita e campionato grazie a un facile tap-in dopo un’incerta respinta di Audero su conclusione di CR7. La Samp prova a riaprirla con Quagliarella (gran parata di Szczesny), la Juve si divora il tris con Higuain. Sbaglia anche Cristiano Ronaldo che calcia sulla traversa un rigore concesso nel finale per fallo di De Paoli su Alex Sandro: il portoghese rimane così a 31 reti in campionato, 3 lunghezze sotto Ciro Immobile. Al triplice fischio inizia la festa bianconera: la nona sinfonia è finalmente realtà.

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