«Io, Colciago, capitano per una notte»

Squalificato Belli, l’allora 28enne difensore ebbe l'onore di alzare la coppa: «Non ero il più forte, ma forse uno dei più dediti»

Da quella pioggia di palloncini gialli e rossi sono passati vent'anni. Pesanti poco più dell'aria, in una coreografia perfetta, il 9 luglio del 1994 caddero sopra le teste di venti giocatori lodigiani e spagnoli, che in una sera si giocarono la Coppa delle Coppe. Il giorno della finale di ritorno fra Amatori e Voltregà è impresso nella memoria di centinaia di tifosi giallorossi, che ancora ricordano (e rimpiangono) l'ultimo trionfo europeo della Lodi hockeistica (dal 1996 questa competizione non si gioca più). La Coppa delle Coppe alzata al cielo dalle mani di un lodigiano, che per motivi disciplinari non era Aldo Belli ma Roberto Colciago, capitano per una notte. «Quel 9 luglio del 1994 per me rappresenta una data memorabile - racconta Colciago, oggi 48enne e all'epoca 28enne -: palazzetto pieno, gente festosa e una finale che si preannunciava già un successo. Indossare la fascia di capitano in un'occasione così importante è stata la ciliegina sulla torta per me, che sicuramente non ero il più forte della rosa ma forse uno dei più dediti».

Squadra coriacea, quell’Amatori, guidata in panchina da Franco Mora: in porta una sicurezza come Alessandro Cupisti, in difesa la roccia Osvaldo Gonella affiancato dal pilastro Mauro Cinquini, davanti una coppia esplosiva composta da un Alessandro Bertolucci in piena ascesa e dall'idolo di casa Aldo Belli. Anche se "Ufo robot" potè vivere da protagonista solo le prime due sfide della competizione (i quarti di finale contro il Benfica), venendo poi appiedato dal giudice sportivo per le restanti quattro. La sua assenza diede il via libera all'utilizzo di un giovanissimo Mirko Bertolucci, allora appena 22enne ma già con sprazzi di talento purissimo, e del poliedrico Lucio Marrone.

Il cammino fu esaltante soprattutto nel primo turno, quando di fronte alla squadra di Mora si prospettò la corazzata Benfica. A Lisbona finì 6-4 per i portoghesi con gol lodigiani di Mirko e Alessandro Bertolucci, Belli e Gonella (espulso Cinquini, assente nel ritorno a Lodi). Ma al “PalaCastellotti” fu vera e propria impresa con i lodigiani capaci di vincere 8-2 grazie alle doppiette di Alessandro Bertolucci e Marrone e ai sigilli di Mirko Bertolucci, Belli, Gonella e del giovanissimo Folli. E l'espulsione definitiva e lo stop per quattro turni di "Aldinho": «Più che la finale contro il Voltregà - ricorda Colciago - fu proprio la partita con il Benfica la vera impresa. Loro erano uno squadrone e noi, dopo aver perso a Lisbona, siamo riusciti a vincere in casa: ricordo che a 6' dalla fine eravamo in vantaggio 6-2 ma il passaggio del turno non era ancora in cassaforte. Cinquini era squalificato, Ale Bertolucci venne mandato in panca puniti e poi arrivò il rosso a Belli. Mora si girò verso la panchina dubbioso vedendo a disposizione solo me oltre ai giovanissimi Rossetti e Folli. Mi disse di entrare: credo in quei minuti di aver dato tutto, forse sfiorando il limite del lecito. Insomma, ho menato come un fabbro...». Dopo il Benfica arrivò la semifinale con il Walsum, superata senza patemi: 6-2 all'andata in Italia (5 gol di Ale Bertolucci e uno di Gonella) e 1-1 in Germania. Infine il vincente doppio epilogo con gli spagnoli: «Sapevamo di essere i più forti. L'unica incognita poteva essere la mancanza di Aldo, ma quel 9 luglio del 1994 vincemmo, e fu qualcosa di spettacolare».

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