Il ritorno a casa di Laura Baggi

I riccioli rosso fuoco, gli occhi color del ghiaccio e quel viso ingenuo di chi ancora non ha ben capito cos’ha combinato. Laura Baggi ha scritto una delle pagine più importanti dello sport italiano, anzi internazionale, andando a vincere in Perù i Mondiali Juniores con la Nazionale italiana di pallavolo. Un’impresa fino a questo momento mai riuscita alle ragazze azzurre, che al massimo avevano strappato un argento nel 1997 in Polonia. Ora invece sono sul tetto del mondo, con la nostra Laura Baggi a fare da alfiere del territorio e dei colori della sua Lodi. «In effetti penso ancora di non rendermene bene conto - esordisce la 19enne campionessa mondiale -: mi sembra una cosa troppo grande per me, troppo importante. Invece è tutto vero: ieri (martedì per chi legge, ndr) le mie compagne dicevano che però dovevamo abituarci all’idea di essere campionesse mondiali, perché ce lo siamo meritate e perché in fondo è proprio così».

Un Mondiale iniziato con la sconfitta proprio contro il Brasile nella prima fase a gironi, ma proseguito con le vittorie su Cuba e Serbia e l’accesso alla seconda fase. Qui le vittime sono state il Perù, la Repubblica Dominicana e gli Usa, poi la Cina in semifinale e il trionfo sul Brasile nella finalissima che è valsa l’oro. Un sorriso spalancato e i ricordi escono a fiotti: «È stata un’esperienza strepitosa - racconta -. Tutti eravamo convinti di essere un buon gruppo e io ero sicura che saremmo entrate almeno nelle prime quattro: le mie compagne no e la cosa sinceramente mi ha sorpreso. Quando poi abbiamo vinto con gli Stati Uniti ho davvero pensato che ce la potevamo fare, anche se di mezzo c’era la semifinale contro un osso duro come la Cina. Giuro che non ho più dormito di notte, continuavo a pensare solo e soltanto al Brasile, che sulla carta era il sicuro finalista: volevo vincere quella coppa, lo volevo a tutti i costi». E così è stato: «Secondo me ha influito molto la semifinale giocata fra Usa e Brasile, durante la quale le sudamericane hanno seriamente rischiato di perdere. Lì abbiamo capito che anche loro erano umane e ci siamo convinte di potercela fare».

Una finale vinta 3-1, con Laura che parte titolare e mette a segno 10 punti nel match decisivo. E dire che inizialmente la lodigiana non era partita nel sestetto base, conquistato nella gara con gli Usa: «Sapevo che non sarei partita titolare - confessa -, forse anche per questo è tutto così stupendo». Papà Gaetano è in officina nel Garage Baggi, in casa ci sono gli imbianchini e così mentre si chiacchiera lungo l’Adda un anziano urla «Uol cempion», che con un po’ di immaginazione diventa «World Champion» e quindi «Campione del mondo». Arrivano anche i complimenti del sindaco Guerini e del presidente del consiglio comunale Colizzi e ora arriverà anche la notorietà, anche se dopo aver giocato sotto gli occhi di 6mila e 500 persone come accaduto in Italia-Brasile tutto può sembrare piccolo: «Beh in campo è tutta un’altra cosa. Se devo essere sincera una volta iniziata la partita si è sotto una campana di vetro, non mi sono neanche accorta che ci fosse così tanta gente. Poi ho realizzato ed è stato bellissimo. La conferenza stampa dopo la semifinale con la Cina? Era la prima volta che mi capitava di andare davanti a una folla di giornalisti, non è che fossi impreparata, forse solo un po’ emozionata. È stata una bellissima esperienza». Dall’alto del suo «quasi” metro e novanta ci si accorge che Laura pur essendo poco più che una ragazzina è molto matura. Gli inizi nelle palestre di San Fereolo e Polis Volley, poi nel 2007 all’età di 15 anni la chiamata del Club Italia, la squadra della Fipav che l’ha portata a vivere prima a Ravenna e poi a Roma: «Non posso dire che sia stato facile. Ricordo che i primi tre mesi furono terribili: contavo i giorni che mi separavano dal rientro a casa. Poi invece tutto cominciò ad andare bene, anche se i ritmi erano davvero pesanti: mattina scuola, pomeriggio allenamento, mattina scuola, pomeriggio allenamento. Sempre così. Tante mie compagne hanno mollato dopo il primo anno. Io ho tenuto duro, ho fatto tanti sacrifici, ma adesso ho tra le mani la medaglia d’oro di campione del mondo».

Da settembre però cambierà di nuovo tutto, perché il Crema di Leo Barbieri l’ha tesserata per la A2: «Mi sembravano combinazioni troppo difficili da mettere insieme. Non credevo di poter essere vicinissima a casa e fare pallavolo ad altissimo livello, invece con la proposta di Crema tutto si è avverato. Ho una gran voglia di incominciare per giocarmi le mie chance e per dimostrare di essere all’altezza delle compagne». Prima però le vacanze, «al mare con le mie tre sorelle e mio fratello che reclamano un po’ di tempo con me, poi una vacanza con gli amici», saluta Laura. Buone ferie, meritate, per un’estate tutta d’oro.

Laura Baggi è tornata a casa e può raccontare in prima persona il suo trionfo al Mondiale juniores di pallavolo: la storia di una ragazza semplice e sincera che sotto rete si accende come il fuoco dei suoi capelli

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