Il Gallo parte alla conquista di Denver

«È stato bello finché è durato, ma ora penso a giocare una stagione da protagonista con i Denver Nuggets». Rammarico e insieme entusiasmo, in vista della stagione Nba che sta per iniziare, affollano la mente di Danilo Gallinari appena prima di partire per il Colorado. Il volo delle 7.30 di stamattina da Milano significa la fine della sua avventura milanese durante il “lockout” americano e il ritorno a quell che è la sua vera dimensione. I rappresentanti dei giocatori e dei proprietari delle franchigie Nba hanno trovato il fatidico accordo dunque anche il “Gallo” è “costretto” a rispettare il contratto in auge e a partire in vista del “trainig camp” che comincerà venerdì, per poi vederlo scendere in campo in amichevole con la casacca delle "pepite" il 20 e il 22 dicembre contro i Phoenix Suns. Poi scatterà la stagione regolare Nba, ridotta a 66 partite rispetto alle 82 consuete, che prenderà il via il giorno di Natale.

Danilo, torna indietro allo scorso settembre quando hai preso la decisione di aspettare il termine della serrata in maglia Olimpia Milano, una volta terminati gli Europei: rifaresti la stessa scelta?

«Assolutamente sì! L'esperienza milanese mi ha dato l'opportunità di giocare ad altissimo livello e di presentarmi ora in Nba già pronto per iniziare al meglio la stagione».

Il calore e l'emozione provati al "Forum" di Assago, fortino delle "scarpette rosse", non hanno eguale corrispettivo al di là dell'Oceano?

«I tifosi di Milano mi hanno dato qualcosa che mai nessuno è riuscito a darmi in tutta la mia carriera: le ovazioni all'esordio in campionato e quella di quando sono uscito dal campo domenica sera contro Cremona saranno ricordi che mi porterò dietro per tutta la vita».

Nonostante il proscenio americano possa godere di maggior lustro rispetto a quello europeo, porterai con te qualche rammarico e rimpianto di questo periodo in biancorosso?

«Sicuramente il vivere la giornata sapendo di avere vicino e attorno a me tutti gli amici e la tua famiglia è una sensazione unica. E anche se i miei genitori saranno con me anche a Denver non è esattamente la stessa cosa».

Proprio ai Nuggets, così come anche a New York e in tutta l'esperienza europea, ti ricordavamo per il mortifero tiro da tre punti, ma all'Olimpia in questa stagione è stato un po' il tuo tallone d'achille con il 22,7% in campionato e il 26,7% in Eurolega: solo un blocco mentale che può affliggere un tiratore o anche qualche problemino fisico?

«Non lo so, può darsi che sia una questione mentale. Io fisicamente sono al cento per cento e ho sempre cercato di fare tutto quanto mi veniva richiesto da Scariolo».

Ora a Denver ti aspetta una stagione importantissima, la prima interamente alla corte di coach Karl...

«Era più importante la stagione dello scorso anno, che mi ha dato la possibilità di mettermi in mostra e convincere i Nuggets a esercitare l'opzione anche per la stagione 2012/2013. Quest'annata sarà molto particolare e difficile da interpretare a causa del “lockout” e anche come squadra dovremo capire quali potranno essere i nostri obiettivi».

Pedine importanti di Denver come Wilson Chandler, Kenyon Martin e J.R. Smith hanno firmato per squadre cinesi senza l'"Nba escape" e per ora non verranno a Denver: sei tu ora la punta di diamante dei Nuggets...

«Non so dirlo ora, queste cose si stabiliscono solo man mano, giocando assieme; certo è che sarò un giocatore importante, con molti minuti e responsabilità».

Insomma, ci sono tutti i crismi perché quella che sta per iniziare sia la stagione dell'autentica consacrazione della stella lodigiana anche in Nba.

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