«Il dono della vita è sacro e prezioso»

«Quando mi sentono parlare di mia mamma, le persone si chiedono spesso come ci si possa sentire a essere figlia di una Santa. Io rispondo loro la verità, che ho sempre sentito una grande responsabilità», ha affermato Emanuela Gianna Molla, figlia di Santa Gianna Beretta Molla, durante l’incontro intitolato “Il significato della provvidenza per la famiglia oggi riguardo il tema della vita”, organizzato dal Gruppo Famiglie della parrocchia di Brembio nell’ambito degli eventi per la Giornata della Vita 2011.

Una vera e propria folla è accorsa nella chiesa parrocchiale per ascoltare il racconto appassionato della vita di Santa Gianna Beretta Molla attraverso le parole della figlia. «Il dono della vita è quello più sacro e più prezioso che dobbiamo onorare e difendere. Se non fosse per il Signore e la mia mamma, oggi non sarei qui», ha continuato Emanuela Gianna Molla, nata nel 1962 grazie al sacrificio della madre, alla quale, all’età di 39 anni, venne diagnosticato un tumore all’utero quando era incinta al secondo mese. Pur sapendo, in quanto medico pediatra, il rischio che avrebbe comportato continuare la gravidanza, Gianna Beretta Molla supplicò il chirurgo di salvare il figlio che portava in grembo e, sette mesi dopo, disse esplicitamente al marito di essere pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura. «Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: Scegliete - e lo esigo- il bimbo. Salvate lui», queste le parole pronunciate dalla madre pochi giorni prima del parto, in cui vide la luce Emanuela Gianna. «Ho sempre provato un gran senso di colpa, soprattutto nei confronti dei miei fratelli che soffrivano molto più di me perchè l’avevano avuta e perduta. Io ho vissuto dei loro ricordi, non sono mai riuscita a leggere una sua biografia perché soffrivo troppo», ha affermato la signora Molla, che ha continuato: «Cerco di vivere un po’ anche per lei. Con il tempo ho capito il senso della mia vita, ho compreso che il Signore aveva in mente per mia mamma un progetto molto più grande, un progetto della divina Provvidenza». Proclamata Santa il 16 maggio 2004 da Papa Giovanni Paolo II, quella di Gianna Beretta Molla colpisce per essere una santità grandiosa nella sua semplicità: «È una Santità alla portata di tutti, che non è fatta di gesti straordinari, ma che si inserisce nelle difficoltà e nelle scelte quotidiane dei giovani, dei laici impegnati nella Chiesa, delle famiglie. Sono sicura che il Signore l’abbia scelta perché potesse essere d’esempio a tante mamme, a tante laiche e a tanti medici».

Grande e impegnativa è quindi l’eredità lasciata dalla Santa alla figlia, che ha interrotto l’attività di medico geriatra, prima per stare accanto al padre negli anni della malattia e poi per dedicarsi alla diffusione del messaggio della madre nel mondo. «Potevo fare molto da medico, ma posso fare molto anche così. Forse è questo che il Signore vuole da me e, in fondo, mi chiedo che senso avrebbe la mia vita se non diventasse un dono per gli altri».

Elena De Monti

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