

Ognuno a casa propria, il CavenagoFanfulla naufraga ancora prima di salpare. Gli umori della piazza (ma si badi bene, non si tratta solo di sentimenti) per una volta sono più forti della “ragion di stato”, leggi un progetto che mirava a portare a Lodi una nuova società, quella gialloblu del presidente Luigi Barbati, in grado di allestire una compagine ambiziosa nel prossimo campionato di Promozione visto che il glorioso (ma tremendamente indebitato) Ac Fanfulla 1874 non pareva più nelle condizioni di iscrivere la propria squadra. Ieri mattina Daniele Guatterini, segretario della Polisportiva Cavenago, ha contattato il Comitato regionale lombardo della Figc per bloccare la pratica avviata venerdì scorso e perfezionata lunedì per richiedere il cambio di denominazione del club e di poter disputare le proprie partite alla “Dossenina”: stop concesso, visto che fortunatamente da Milano la pratica non era ancora partita per Roma. E adesso cosa succede? Il Cavenago torna al “paesello”, questo è pacifico anche se rischia di farlo in tono minore («Sinceramente mi è venuta voglia di piantar lì tutto», lo sfogo di Barbati), per il Guerriero il futuro resta incerto ma (come scriviamo in altra parte di questa pagina) potrebbero aprirsi nuove prospettive per evitare una fine ingloriosa.
Ma cos’è che ha fatto saltare il banco? Lo spiega Gianmario Invernizzi, consigliere gialloblu molto vicino al patron Barbati e con un passato anche nella società fanfullina: «Sono stato io a promuovere questo progetto, per l’affetto che mi lega a entrambe le società. Ritengo fosse in questo momento di grave crisi economica l’unica possibilità per garantire a Lodi una squadra di calcio con reali ambizioni. Le reazioni negative della tifoseria, a Lodi come a Cavenago, ci hanno indotto a soprassedere: non vogliamo imporre soluzioni a nessuno, il progetto non è stato accettato, forse non è stato neppure compreso, così è stato inevitabile accantonarlo. Capisco le ragioni del cuore di quei tifosi storici del Fanfulla che hanno espresso in modo civile le loro perplessità sull’operazione, sentendosi spossessati di una tradizione centenaria. Quello che non accetto sono gli insulti recapitati, anche via Facebook, all’indirizzo di Barbati, un imprenditore che ha sempre investito nel calcio senza secondi fini». La situazione è precipitata lunedì sera, con la comunicazione data prima dallo stesso Invernizzi a Minojetti e poi anche attraverso una telefonata tra quest’ultimo e Barbati in vacanza in Grecia. Il numero uno gialloblu peraltro è rimasto sconcertato dalla reazione del suo interlocutore: «Minojetti sembrava quasi contento - il commento di Barbati -, forse era stufo anche lui di sentire critiche. Però sono rimasto meravigliato: quando gli ho detto che non se ne sarebbe più fatto niente ha risposto semplicemente che andava bene così. So peraltro che aveva qualche trattativa in corso...».
Anche a Cavenago del resto il progetto di trasloco della prima squadra a Lodi aveva suscitato mugugni, tanto che qualche collaboratore della Polisportiva avrebbe minacciato di far venir meno il proprio aiuto, a partire dalla tradizionale Festa dello sportivo che rappresenta un’importante fonte di finanziamento per il club gialloblu. «Qualche tifoso non l’ha presa bene - chiude Barbati - e io ho ricevuto anche degli insulti per aver portato avanti un progetto che ritenevo importante e che potesse portare in futuro alla Serie D. Probabilmente abbiamo fatto le cose troppo di fretta, dovevamo partire prima e spiegare bene tutto, poi qui dalla Grecia non ho potuto seguire direttamente la cosa. Comunque andiamo avanti a Cavenago, anche se non sono più molto motivato: faremo una stagione normale, con meno risorse rispetto agli ultimi anni in cui abbiamo ottenuto ottimi risultati. I giocatori che erano interessati al progetto CavenagoFanfulla potrebbero non rimanere, vedremo cosa succederà anche con l’eventuale ripescaggio in Eccellenza». Ma a questo punto occorrerà aspettare qualche settimana per saperne di più.
Daniele Perotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA