Il calcio in lutto per Vialli: il ricordo di due lodigiani che lo hanno conosciuto

Roberto Ferri è stato per due anni cuoco della sua dimora estiva di famiglia, Villa Affaitati di Grumello Cremonese, Paolo Pedrazzini racconta come fu colpito dallo “stile Fanfulla” di qualche tempo fa

«Una delle persone più buone che abbia mai conosciuto. Aveva un cuore d’oro». Anche lo chef lodigiano Roberto Ferri rende omaggio a Gianluca Vialli. I due si conobbero cinque anni fa, sui campi da golf di Cremona, e immediatamente nacque un’amicizia sincera sfociata poi in una collaborazione professionale.

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Fu proprio Vialli a chiedere a Ferri di diventare lo chef della sua dimora estiva di famiglia, Villa Affaitati di Grumello Cremonese. «Mi ha convinto ad accettare la sua proposta: insieme a Bianca, la figlia della prima sorella, stava progettando di risistemare la villa estiva di famiglia e di ricavarne un luogo per organizzare cerimonie ed eventi. Ho lavorato due anni, è stata un’esperienza fantastica».

Anche perché con Vialli il divertimento era all’ordine del giorno. «Gianluca era proprio come lo si vedeva in televisione. Una persona allegra, divertente, sempre con il sorriso sul volto. Gli piaceva scherzare, ogni volta che capitava in cucina ne combinava una delle sue… Io lo definivo un “cazzone gentleman”. È stato un uomo straordinario, un puro di cuore. Si donava agli altri: ha fatto tanta beneficenza silenziosa».

Il ricordo di Vialli riaffiora anche nella memoria di Paolo Pedrazzini, direttore generale del Montanaso. «Quando ero nel Fanfulla, come preparatore dei portieri, andammo a fare un’amichevole a Torino con la squadra Giovanissimi allenata da Fulvio Pea – racconta -. Sono sceso per primo dal pullman appena entrati al “Comunale” e proprio in quel momento passarono Vialli e Marocchi che si stavano dirigendo all’allenamento della prima squadra. Vialli osservò la mia cravatta con il simbolo del Fanfulla e disse al compagno: “Guarda, questi sono vestiti meglio di noi”, facendosi una risata. Poi mi chiese di salutargli il suo amico Loris Boni, che all’epoca giocava a Lodi ed era stato suo vicino di casa a Cremona».

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