HOCKEY «La modifica al regolamento sugli stranieri non è stata decisa dal consiglio della Fisr»

La denuncia del consigliere Cristina Marabese dopo l’articolo del “Cittadino” del 17 febbraio

«La modifica al regolamento sugli stranieri del campionato di hockey su pista non è stata decisa dal consiglio della Fisr». Una frase, pronunciata da un consigliere della stessa Fisr, Cristina Marabese, ed ecco che lo scenario che un articolo del “Cittadino” del 17 febbraio aveva delineato come potenzialmente pericoloso assume contorni ben più inquietanti. Sì, il nostro giornale aveva sentito odore di bruciato, ma non pensava di trovarsi di fronte a una situazione tanto grave. Non solo dunque la norma relativa al numero di giocatori stranieri da schierare in Serie A1 è stata modificata, contravvenendo al basilare principio in base al quale le regole del gioco non si possono cambiare a competizione in corso; non solo è stato fatto con un provvedimento retroattivo; ma addirittura è avvenuto con una comunicazione fatta alle società che contiene una inesattezza, e cioè che è stato il consiglio federale a stabilire le variazioni. Non è vero. Ed è grave. Lo denuncia uno dei nove consiglieri della stessa Fisr, che al nostro articolo del mese scorso affianca adesso la sua versione dei fatti “esattamente corrispondente”, come vuole far rilevare. E per farlo ha scelto proprio il “Cittadino”, evidentemente la più autorevole voce in Italia per questo sport, probabilmente l’unica senza bavaglio.

La ricostruzione dei fatti non è breve, ma necessaria. A inizio febbraio, per una causa in realtà di forza maggiore (l’infortunio di un giocatore), si scopre che nella partita Viareggio-Vercelli la squadra ospite tra i nove giocatori (anziché i soliti dieci) a referto ne ha schierati tre di nazionalità straniera. Il regolamento vigente richiede però che una squadra debba schierare come minimo il settanta per cento di atleti di formazione italiana. Va da sé che tre stranieri su dieci è il trenta per cento, mentre tre su nove no. Il Vercelli quindi non avrebbe rispettato l’articolo 7.4 del regolamento e la sanzione imporrebbe la sconfitta per 10-0 a tavolino, più un punto di penalità per la prima infrazione, due per la seconda e fino a dieci dalla quinta in poi. Spulciando tra i referti di gara il “Cittadino” ha scoperto che quella del Vercelli a Viareggio non è stata l’unica irregolarità in questo campionato. Già alla prima giornata lo stesso Vercelli a Grosseto aveva schierato tre stranieri su nove. Anche il Valdagno alla sesta giornata a Montebello era incorso nello stesso “errore”. Addirittura quattro le partite fuori norma della capolista Trissino: con il Montecchio alla prima giornata, con il Monza alla seconda, con il Forte dei Marmi alla terza e con il Sarzana alla tredicesima. Stando al regolamento in vigore all’inizio della stagione ai campioni d’Italia andrebbero assegnate quattro sconfitte a tavolino (a fronte di quattro vittorie in pista) e ben 15 punti di penalità, che li porterebbero dagli attuali 59 punti a quota 32, addirittura all’ottavo posto in Serie A1. E siccome le partite sono tutte relative al girone di andata, la classifica che ha qualificato le otto squadre alla Coppa Italia avrebbe subìto clamorose variazioni. Il problema è che le sfide dei quarti di finale con gli accoppiamenti decisi da quella graduatoria erano già state disputate e il Trissino (che poi ha conquistato il trofeo in finale contro l’Amatori Lodi) aveva vinto la sua qualificandosi per la “final4”, per giunta organizzata in casa in quanto primatista della regular season. Cosa fare?, si sono domandati probabilmente i responsabili del Settore tecnico della Fisr, organismo deputato al controllo sulla corretta applicazione della disposizione regolamentare. Semplice: il 9 febbraio, cinque giorni dopo la partita Viareggio-Vercelli, lo stesso Settore tecnico ha inviato alle società di hockey su pista una mail con la quale annunciava che il consiglio federale del 26 gennaio (quindi prima della gara in questione) aveva deciso di modificare il regolamento in corsa: non più il settanta per cento di italiani, bensì massimo tre stranieri in distinta, come in effetti risulta ora online nell’articolo 7.4 delle norme per l’attività. A parte qualche borbottio sommesso e una lettera dell’associazione delle società indirizzata al presidente Aracu e ai consiglieri, in realtà i club di A1 non hanno protestato più di tanto. È arrivato allora il “Cittadino” a far notare l’irregolarità.

Che, viene a galla ora, è molto più grave. Non solo il regolamento è stato cambiato durante una competizione, ma addirittura il consiglio federale non ha mai deciso tale modifica come invece comunicato alle società. Lo afferma Cristina Marabese, uno dei nove consiglieri in carica della Fisr. Classe 1966, ferrarese, Marabese è presidente di una società di hockey inline ed è stata eletta nel consiglio nel 2017. «La comunicazione alle società di una variazione al regolamento non è stata deliberata dal consiglio federale del 26 gennaio - afferma senza mezzi termini Marabese nella sua intervista in esclusiva al “Cittadino” -. Ho informato l’intero consiglio federale e ho deciso di riferire l’irregolarità alla giustizia sportiva, che ha il proprio corso e i propri tempi». Marabese prosegue senza avere dubbi o incertezze: «La mia denuncia è la strada giusta? Credo di sì, la trasparenza è dovuta, il resto non spetta a me. In questa vicenda quale consigliere federale mi sento personalmente strumentalizzata ma soprattutto ritengo violato il ruolo di tutto il consiglio nella sua collegialità. Ne va della credibilità di tutto il movimento e della federazione stessa».

Cosa è successo? È stato un errore? Una inesattezza? Una falsità? In tutta onestà non crediamo alla malafede, probabilmente il Settore tecnico che ha firmato la mail alle società si è accorto solo a metà campionato di non aver controllato ogni singolo referto di gara, quindi non ha potuto scoprire le irregolarità. A quel punto aveva due possibilità: ammettere l’errore oppure provare a cancellare tutto modificando la norma, ciò che ha fatto appunto. Giudicheranno i lettori del “Cittadino” e, si spera, gli organi competenti della Fisr stessa e magari in seconda istanza quelli del Coni. E se tutto verrà confermato non potrà non portare conseguenze ai più alti livelli. Ma non ve n’è dubbio, considerato che nel verbale del consiglio del 26 gennaio (che è online sul sito della Fisr) non è fatta nessuna menzione a un cambio di regolamento, mentre si parla di assegnazioni di campionati, nomine e tesseramenti. Un consiglio “normale” insomma, non uno in cui sono state prese decisioni epocali.

A ulteriore riprova di un po’ di “leggerezza” nella conduzione della Fisr il consigliere Marabese conclude con un’altra denuncia di irregolarità: «Le procedure di iscrizione di alcune società di hockey inline appaiono viziate da irregolare pagamento delle tasse federali, fatto che avrebbe dovuto implicare penalità in classifica e in taluni casi, ancor prima, l’esclusione dai campionati. Anche di questo si occuperanno nei debiti tempi e modi gli organi di giustizia federale, gia da tempo informati».

Cosa succederà adesso? Verrà cancellata l’intera edizione della Coppa Italia già assegnata? Verranno penalizzate le società che hanno “sbagliato”, con diretta conseguenza sulla griglia degli imminenti play off scudetto? Oppure si farà finta di niente e le due maggiori competizioni nazionali (nonché le qualificazioni alle prossime coppe europee) saranno giudicate corrette per il regolamento in vigore adesso (ma da chi deciso?) e non per quello di inizio stagione? E cosa accadrà a chi ha spedito quella mail contenente informazioni non rispondenti alla verità? Sarà probabilmente ancora il “Cittadino” a dare le risposte.

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