«Ho partecipato a diverse gare nel deserto, ma alla Dakar è tutto esagerato»

Il pilota-odontoiatra di Lodi è rientrato in Italia e racconta la sua avventura al massacrante rally in corso in Arabia Saudita: dopo aver affrontato cinque tappe si è arreso per un infortunio a un braccio

Alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca. «Mi sono tolto il dubbio: la Dakar non è una gara che fa per me». Elio Aglioni, il 55enne pilota-odontoiatra lodigiano, è tornato ieri in Italia dopo aver partecipato a cinque tappe del massacrante rally in scena in Arabia Saudita, tra sabbia, dune alte come cattedrali, pietre, asfalto, freddo e caldo. Un problema al braccio sinistro dopo una doppia caduta ha messo definitivamente fine alle speranze di portare a termine la competizione: «Nella mia carriera ho partecipato a diverse manifestazioni nel deserto, anche molto dure, ma alla Dakar è tutto amplificato, tutto esagerato. Spesso mi sono chiesto chi me l’avesse fatto fare. Mi sentivo come Fantozzi mentre guarda “La corazzata Potemkin”».

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