Fondo anticrisi, 11 domande passano

Assegnate le risorse del fondo anticrisi comunale: su 36 domande sono 11 quelle che sono state accolte. È la conclusione di un iter amministrativo che non aveva mancato di suscitare polemiche proprio per la sua lungaggine.

L’anno scorso di questi tempi l’amministrazione comunale annunciava che non avrebbe aderito con la quota supplementare di due euro al fondo provinciale anticrisi gestito dal Consorzio per i Servizi alla Persona. La scelta della giunta di centrodestra era stata quella di indirizzare piuttosto le risorse a un proprio fondo comunale per l’emergenza occupazionale.

Da allora, però, fino all’autunno inoltrato non era stato presa nessuna iniziativa nonostante l’apposito capitolo di bilancio sui cui insistevano i 20 mila euro destinati in sede di previsione 2010. La motivazione formale addotta dall’amministrazione era stata quella di chiudere in precedenza le richieste di contribuzione per l’esenzione del pagamento della Tarsu, che avrebbero trovato copertura nella stessa voce di bilancio. Così i 20 mila euro sono diventati 16 mila 300, quota interamente messa a disposizione del bando poi aperto per la definizione di una graduatoria di disoccupati da aiutare.

Le domande arrivate entro il 15 gennaio sono state 36 ma la commissione valutatrice, composta dal presidente della commissione Servizi Sociali Lina Ressegotti, dalla vicesegretario comunale Patrizia Raggi e dalla responsabile dei Servizi Sociali Irma Codecà, ha potuto accoglierne solo otto. Per tutte le altre si sono rilevati difetti di comunicazione o mancanza dei requisiti richiesti. Tra le caratteristiche richieste per l’accoglimento della domanda c’erano la residenza nel comune di Casale, l’essere cittadini italiani o comunitari o extracomunitari con permesso di soggiorno da un anno, un valore di indicatore socioeconomico equivalente del nucleo familiare non superiore a 20 mila euro, la condizione di disoccupazione verificatasi dal primo dicembre 2008 in poi per almeno sei mesi e perdurante, aver lavorato nel biennio precedente per un periodo di almeno 52 settimane, di non avere beni immobili escluso l’alloggio di residenza.

In tre casi, gli errori erano meramente formali e la commissione ha indicato alla giunta di esprimersi in merito alla facoltà di farli rientrare in graduatoria, come poi è successo effettivamente. Per tutti gli altri casi, la commissione si è espressa nei verbali per il passaggio delle segnalazioni ai servizi sociali, in modo da verificare la possibilità di accedere ad altri tipi di aiuto.

Degli otto casi valutati dalla commissione in prima battuta, sette sono rientrati nella fascia massima di punteggio, uno nella fascia media.

Visto il numero di domande accolte e la disponibilità finanziaria, la giunta comunale su proposta del sindaco Flavio Parmesani ha stabilito di assegnare alla fascia massima un contributo una tantum di mille euro, alla fascia media di 900 euro. Cifre che potrebbero rivelarsi determinanti per i cittadini che stanno vivendo momenti difficili a causa della crisi.

Andrea Bagatta

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