Viaggio nella storia del calcio. Ieri pomeriggio il Milan ha ospitato il Sant’Angelo per un’amichevole nata dall’amicizia che lega da tempo il tecnico barasino Marco Falsettini a quello milanista Massimiliano Allegri e per l’allegro torpedone santangiolino è stata festa grande. Verso le ore 13 si varcano i cancelli di Milanello, il centro sportivo di 160mila metri quadrati ubicato alle porte di Varese, e già si respira aria di privilegio, perché all’esterno ci sono decine di giovani ragazzi che guardano all’interno come si trattasse di un luogo di culto profano ma proibito, dove entrare è una questione per pochi: noi siamo tra quei pochi. Così ci si incammina lungo gli enormi viali alberati alla volta degli spogliatoi, dove a dare a tutti il benvenuto è una statua bronzea del leggendario Nereo Rocco, primo tecnico italiano a vincere una Coppa dei Campioni nella stagione 1962/63. Gli spogliatoi assegnati ai barasini sono nello stesso edificio che ospita i giocatori milanisti e “Milan Lab”, l’avveniristica struttura cui è demandato il compito di assicurare la migliore forma fisica ai “gioielli” di casa: piccole piscine per rafforzare la muscolatura, macchinari di ogni tipo per gli esercizi fisici e un andirivieni incessante di addetti (tra cui Marco Paesanti, massaggiatore rossonero residente a Vidardo), cui qualche tifoso rossonero chiede la cortesia di consentire una sbirciatina nei locali adiacenti, dove Mexes e De Jong sono alle prese con un corroborante massaggio.
I giocatori del Sant’Angelo invece viaggiano più “terra terra” e se per i campioni del Milan giornate di questo tipo sono la routine, per i barasini è un sogno che diventa realtà: «Segnare due reti al Milan è una cosa da raccontare ai propri figli - è il primo entusiastico commento di Davide Maimone al termine della partita per la sua doppietta, che aveva da poco contribuito a fissare il risultato finale di 10-2 in favore dei padroni di casa - e non ci credo ancora. Incredibile». Prima della sfida i giocatori agli ordini di Allegri disponibili per la partita sono arrivati alla spicciolata, mentre i più attesi, come Balotelli ed El Shaarawy, sono giunti al campo a gara già in corso, dopo essere rientrati dalla Nazionale di Cesare Prandelli, e in compagnia dei vari Mino Raiola (il noto procuratore) e Paolo Berlusconi, fratello di Silvio.
Falsettini e Allegri si erano invece salutati calorosamente nell’imminenza dell’amichevole, alla stregua di due vecchi amici che si ritrovano dopo lungo tempo: «È stato bello vedere i ragazzi così sereni per questo giornata particolare, da domani (oggi per chi legge, ndr) torneremo a pensare alla nostra situazione poco felice», ha detto l’allenatore barasino al rientro negli spogliatoi, quasi sospirando nell’istante in cui la mente l’ha bruscamente ricondotto alla disperata situazione societaria che lo attende al “Chiesa” e alla gara di recupero di domenica con il Voghera. «Per me è stato un piacere rivedere Falsettini e consentire al Sant’Angelo una visita qui a Milanello - è stato invece il commento di Allegri -, perché per tutti i nostri ospiti qui è sempre un giorno di festa. Per il Sant’Angelo, che vive un brutto momento, lo sarà stato ancora di più». Proprio così, il Milan ha regalato un prezioso e indimenticabile raggio di luce ai rossoneri barasini, oppressi da un cielo nero pesto.
Dopo le tante vicissitudini degli ultimi tempi finalmente un pomeriggio di festa e di sorrisi per il Sant’Angelo, impegnato ieri in una prestigiosa amichevole con il Milan.
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