Equivoci ed errori, ma il Fanfulla può ancora rimediare

La sostituzione di un allenatore è sempre una sconfitta, il fallimento di un progetto tecnico, di un’idea di gioco, di una strategia di mercato. Non sempre è la soluzione giusta, a volte è inevitabile. Se la scelta di confermare al timone Alexandro Dossena in una situazione di evidente e grave difficoltà come quella che condiziona da settimane il rendimento del Cavenago Fanfulla è stata la migliore saranno le prossime settimane a dirlo. Di certo non è stata una decisione facile e, sembra, neppure unanimemente condivisa, assunta peraltro all’indomani della quinta sconfitta consecutiva, ottava in nove partite, infilata da una squadra che, al di là dell’innegabile impegno profuso sul campo, non sembra disporre al momento delle risorse necessarie per riemergere dal buco nero in cui è precipitata.

La conferma dell’allenatore non nasconde allora altri elementi di riflessione che conducono lontano, alle scelte estive, probabilmente condizionate da un debito di esperienza rispetto a una categoria inedita per una società che si è ritrovata a percorrerla senza averla davvero programmata, in anticipo sui tempi, accelerati dalla magnifica e inaspettata impresa della “banda Curti”. Scelte che non a caso sono state messe in discussione. Se una rivoluzione rispetto alla rosa vincente della passata stagione era probabilmente necessaria, è stata condotta sulla scorta di premesse che si sono rivelate quantomeno equivoche (per esempio il ruolo di Gestra come regista e quello di D’Errico come suo “guardaspalle”, la leadership difensiva di Boi e il rendimento realizzativo di Spampatti): si è imboccata una strada a senso unico, esplorando un unico orizzonte e ignorandone probabilmente di più vasti. Inesperienza, appunto. Dossena ha cercato la quadratura del cerchio cambiando spesso e sovente soluzioni tattiche, sbagliando anche in qualche caso, tradito dal credito di fiducia attribuito ai suoi ragazzi, quando ha cercato di vincere partite che ha finito col perdere, mentre sarebbe forse stato meglio amministrare un utile pareggio. Qualche episodio sfortunato c’è stato, ma non ne sono mancati di propizi. E gli episodi sono sempre un facile alibi, quasi mai una giustificazione concreta.

Ci sono state occasioni nelle quali la squadra è andata in confusione, altre nelle quali ha reagito con orgoglio a situazioni di difficoltà. Reazioni contraddittorie per una rosa giovane che ha bisogno di essere presa per mano dai suoi elementi di maggior esperienza, di disporre di riferimenti solidi e adeguati nei ruoli cardine. Sia chiaro, non è una censura rispetto a chi c’è, semmai una riflessione rispetto a ciò che manca.

Nonostante tutto, la classifica concede ancora abbondanti margini per rimediare. Ma le scelte, questa volta, non si possono sbagliare, pur tenendo conto dei limiti di budget, perché garantire il futuro della società deve restare una priorità. Il rischio è quello di dilapidare il patrimonio di entusiasmo acquisito con la spettacolare cavalcata nei play off della scorsa primavera, per il quale ogni sconfitta è come una picconata. E nella delusione mettere in discussione un progetto di società partito sotto i migliori auspici possibili. Se nel Cavenago Fanfulla convivono due anime, mai come in questa occasione conviene che imbocchino – pur nel necessario confronto - la strada della condivisione. L’impressione è che possa esserci in gioco più di una semplice salvezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA