Dennunzio: il femminile merita di più

LODI Da attaccante che faceva impazzire le difese per il suo scatto bruciante, soprattutto con le maglie di Fanfulla e Sancolombano, a paladino del calcio femminile. Gigi Dennunzio, classe 1963, è ormai un tecnico che ha gettato anima e corpo nel settore delle donne, soprattutto le più giovani, sposando di recente il progetto dell’Academy Fanfulla. Ma chi non si ricorda il “biondino” che già a 15 anni (o poco più) debuttava in C2 nel Fanfulla di Valdinoci e che si meritò poi la chance alla Primavera del Genoa? Ma nel suo destino c’era ancora il bianconero con altri due campionati in C2 con 14 gol all’attivo e la promozione in C1. Poi va al Ponte San Pietro «per altri due anni bellissimi». Ma c’è la corte del Bano a convincerlo e cinque stagioni in azulgrana col passaggio dalla Promozione all’allora Interregionale nel momento magico della formazione «che allineava tanti elementi del posto, diventati oltretutto amici, e che non cito per non dimenticare qualcuno».19 reti a stagione È l’apice della carriera di Dennunzio che andava anche a segno con straordinaria regolarità: «Devo fidarmi del conteggio di mio zio Cesare Strepponi, che non perdeva una partita e che mi parlava di una media di 19 gol a stagione». Poi Dennunzio va ad Abbiategrasso, ancora in Promozione, dove comincia male per via degli infortuni ma finisce col salto di categoria e 11 gol al suo attivo, «oltre alla conoscenza di un mister coi fiocchi come Viganò». Arrivano qualche problema di lavoro e anche la regola che impone di far scendere in campo i giovani e allora Dennunzio si avvicina alla Snam, sede lavorativa, con una formazione di “sbarbati” che si salva nel campionato di Eccellenza a Binasco «dove sono costretto a fare anche il centrocampista». C’è sempre meno spazio per un “vecchietto” come lui e allora decide di fermarsi, ma per una sola stagione e infatti riprende addirittura in Terza Categoria nel Cavenago del presidente Tenca, arrivando però fino alla Promozione.Mister a Casalmaiocco In una gara a San Martino in Strada però “saltano” i legamenti e allora a 37 anni e dopo 22 campionati sente che è il momento di farsi da parte. Prende il patentino di allenatore proprio a Lodi e va a Casalmaiocco dove vince subito un campionato di Terza Categoria, ma nel secondo anno c’è qualche problema personale e di lavoro: «Mollo un po’» e poi si dedica agli Allievi della Snam.La “chiamata” a Riozzo Dopo una parentesi ancora in campo a Borghetto, per Gigi Dennunzio comincia l’avventura nel calcio femminile, accettando la chiamata di Luigi Devecchi che lo vuole alla Primavera della Riozzese che milita in Serie A, collaborando anche con la prima squadra, «anche se devo dire che il primo impatto non è stato dei migliori. Ma ho tenuto duro e mi sono appassionato...». Con le difficoltà della società a proseguire nella massima serie e la scomparsa del patron Ugo Guazzelli, Dennunzio accetta di ripartire dalla Serie D con una formazione di giovanissime che vince il campionato. Dopo cinque anni di Riozzese frequenta l’ambiente dell’Orobica Bergamo, dove vengono dirottate alcune giocatrici rosanero e rimane una stagione con la Primavera.«A Lodi un progetto serio» E dopo un anno di stop viene chiamato da Giancarlo Carabelli a Lodi per allenare le Giovanissime dell’Academy Fanfulla: «È un progetto importante che merita di essere sostenuto. So che hanno cominciato un po’ per caso, ma ora stanno facendo le cose per bene e, oltre alla promozione in C, si stanno organizzando anche per coinvolgere le più piccole e per svolgere un lavoro in profondità. Non è semplice ma sono animati dallo spirito giusto e io conto di dare il mio contributo e prendermi qualche soddisfazione, anche perché alleno per la prima volta nella mia città». Il passaggio al femminile è stato per Dennunzio appassionante, al di là delle titubanze iniziali: «Qui non ci sono le esasperazioni del maschile e poi c’è terreno fertile per poter lavorare nel migliore dei modi, anche perché le ragazzine hanno voglia di imparare e si impegnano al massimo. Certo, c’è una minore visibilità e c’è molto da fare se si vuole arrivare a certi traguardi».«La Figc deve fare di più» E si arriva allora alle dolenti note e alle difficoltà che si incontrano per consentire al calcio femminile di far breccia nel panorama sportivo nazionale: «Al di là dei facili pregiudizi, bisogna rimboccarsi le maniche anche perché la federazione pensa poco allo sviluppo di questo settore. Anche a livello di Serie A bisogna fare passi da gigante se si vogliono raggiungere le nazioni soprattutto del nord Europa e la Germania, dove le maggiori società maschili hanno anche una sezione femminile. Da noi non lo fa nessuno e ci si limita a sostenere a parole, o poco più, le società che ci sono e hanno tanti problemi. Ma ci vuole altro, a cominciare dalle sponsorizzazioni, che sono al momento molto limitate».«Far breccia nella scuola» E Dennunzio sottolinea anche l’opportunità di coinvolgere le scuole in questo piano. «Purtroppo in ambito scolastico non si parla proprio di calcio femminile, come si fa per altre discipline: invece sarebbe importante cominciare proprio qui, mettendo anche a disposizione qualche struttura, viste le difficoltà che si incontrano. Certo, è un discorso non facile da affrontare, anche se bisogna comunque sostenere le idee di chi ci sta provando con tanta buona volontà e non ostacolarle come si fa spesso». Una sfida faticosa, ma anche esaltante.Paolo Zanoni Ieri e oggiGigi Dennunzio sopra nella sua casa di Crespiatica (foto Gaudenzi), a fianco in veste di allenatore e sotto ai tempi in cui giocava nel Bano“Qui non ci sono le esasperazioni del maschile e poi c’è terreno fertile perché le ragazzine hanno voglia di imparare e si impegnano al massimo:ogni squadradi Serie A dovrebbe avere una sezione femminile

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