Dellagiovanna, dalle stelle all’attesa...

LODI Vita da allenatore, con gli inevitabili pro e contro. Diego Dellagiovanna è in attesa di una nuova sistemazione, dopo l’esonero alla sesta giornata dello scorso campionato al Cavenago, che sembra aver lasciato qualche strascico. Adesso è in vacanza e si gode la famiglia, in attesa di riprendere il lavoro (è funzionario di banca) e ritrovare quella panchina che è sempre tanta manna per un mister che ha già alle spalle diverse esperienze di buon livello. Il 47enne tecnico lodigiano ha mosso i primi passi all’oratorio del Carmine per fare poi il salto alle giovanili del Crema. Aldo Jacopetti, che allena lì, lo nota e lo porta al Fanfulla, anche se poi va per qualche anno al Casteggio in Eccellenza, dove vince una Coppa Italia regionale, col successivo passaggio al Sancolombano. Una salvezza in Serie D con mister Pesatori e un inizio di stagione con Sollier sono il suo percorso in collina, prima di passare alla Trevigliese, alla Colognese e alla Castellana. Classico centrocampista dai piedi buoni abile a far girare la squadra, Dellagiovanna però smette di giocare a 31 anni per intraprendere subito la carriera di allenatore con un sorprendente esordio all’Azzurra in Seconda Categoria, con l’andata chiusa addirittura al primo posto. Poi fa il salto subentrando a Sandro Mutti al Sancolombano, salvando la squadra ai play out, con la stagione successiva che diventa quella dei record per gli azulgrana, con la coppia Loprieno-Mariani che strabilia segnando più di 60 gol. Ma ci sono anche i vari Dalcerri, Belloni, Stefanìa e Tagliabue, che Dellagiovanna non dimentica: arriva un secondo posto dietro il Turate di Anzano, attaccante che sta segnando a ripetizione anche adesso, e l’eliminazione ai play off per mano del Corsico: «Ma è stata un’annata veramente indimenticabile, considerato che l’anno prima ci eravamo salvati a fatica e la squadra era più o meno la stessa». In modo del tutto inaspettato Dellagiovanna non viene confermato sui colli e rimane fermo, poi torna per qualche mese a Crema e va per due stagioni al Cavenago in Promozione. L’altro exploit però è quello di Sant’Angelo con il successo ancora in Promozione e la favolosa finale di Coppa Italia a Caravaggio persa però ai rigori col San Paolo d’Argon di Ricki Maspero: «C’erano 2000 barasini e fu una serata veramente incredibile, perché queste cose possono succedere solo a Sant’Angelo». In Eccellenza però va male e viene esonerato per riprendersi poi altre soddisfazioni a Suardi con la Pro Vigevano, con una salvezza il primo anno e i play off il secondo «in linea con gli obiettivi della società, tenendo presente la realtà della piccola località pavese». Torna dunque a Cavenago, dove subentra a Felice Rossi a metà stagione, ma deve lasciare ancora l’anno successivo dopo sei giornate. Questa è storia recente che determina lo sfogo del tecnico lodigiano, che si lamenta non tanto dell’esonero («In fondo Barbati mi aveva dato una grossa opportunità»), quanto del trattamento avuto successivamente: «In effetti i rapporti con la dirigenza gialloblu si sono deteriorati e ho deciso di aprire una vertenza, visto che non hanno rispettato i patti. Anche se non è tanto l’aspetto economico che mi ha dato fastidio, ma l’intera vicenda». E Dellagiovanna si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Non penso che Gandini da direttore sportivo mi abbia tutelato, visto che poi ha preso il mio posto, pur senza ottenere risultati strabilianti. Ha vinto le partite con le ultime che potevo vincere anch’io e ha ottenuto una salvezza all’ultima giornata, confermando che la squadra aveva dei limiti, che poi sono emersi». Mentre Dellagiovanna rivendica i positivi risultati del campionato precedente: «Abbiamo fatto un bel filotto di risultati e una lunga serie con la difesa inviolata. Probabilmente con Loprieno al 100 per cento sarebbe andata ancora meglio. Aggiungendo anche l’unico successo ottenuto dal Cavenago col Fanfulla con la bella doppietta di Cantoni». Dunque, l’attesa è turbata da questa vicenda, anche se Dellagiovanna si dimostra come al solito paziente : «Certo, è meglio essere sul campo che al mare, anche per non pensare a quanto mi è appena successo. Non so cosa potrà arrivare, comunque sono convinto di poter allenare ancora a certi livelli, anche se in zona ho guidato le migliori formazioni. Del resto ho bei ricordi e un rapporto molto schietto con moltissimi dei giocatori che ho allenato, che possono testimoniare come Dellagiovanna non è poi l’ultimo arrivato. E non ne faccio una questione di soldi o di lontananza, perché mi piace allenare e sono disposto anche a fare certi sacrifici. Anche se ho un lavoro e una famiglia che mi lasciano tranquillo. Semmai devo stare attento a chi stringo la mano». E oltretutto Dellagiovanna rimane fedele al suo credo tattico: «Cerco sempre di vivere serenamente le vicende del campo, con un atteggiamento pur sempre professionale e in grado di far rendere al meglio i miei giocatori. Mi ispiro al 4-3-3 magari con qualche variante in avanti e un centrocampista avanzato dietro le punte, ma sempre compatibilmente con le esigenze della società. E in effetti a volte non ho molte pretese, magari sbagliando sulla mia pelle. E come sempre paga l’allenatore». Fino alla prossima grande occasione.

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