COMPLEANNO I primi 80 anni di “RobyFlash”, quando lo sport è dietro la macchina fotografica

A dispetto dell’età è sempre in prima linea per il “Cittadino” a immortalare le partite di Amatori nell’hockey, Fanfulla nel calcio e non solo

Chi l’ha detto che nello sport i protagonisti debbano essere per forza solo attaccanti, portieri, playmaker, allenatori o boxeur? Capita anche che girando in lungo e in largo lo Stivale qualche personaggio fuori dalle righe salti fuori anche al di qua del “campo”. È il caso di Roberto Carelli, in arte “RobyFlash”, fotografo classe 1943 che ieri ha festeggiato gli 80 anni e che da almeno 50 (negli ultimi anche da queste colonne) si diverte a regalare ricordi preziosi a tante persone. Soprattutto sportivi, ma non solo: «Avrò migliaia di fotografie cosiddette artistiche, ma non ho mai fatto una mostra perché non sopporterei le critiche di quelli che la sanno sempre più lunga – commenta tra il serio e il faceto Carelli -. Ho un sacco di scatti di vita di tutti i giorni e molti di una Lodi che ormai non c’è più. Un rimpianto? Mi sarebbe piaciuto tantissimo fare foto in zone di guerra».

Il flash di Roby è famoso in tutta Italia, perché la sua passione per la fotografia va di pari passo con quella per lo sport. Quella passione che lo fa uscire di casa ancora oggi a ottant’anni per scattare foto per il “Cittadino”, per la gente e un po’ anche per se stesso: «Chiedermi di scegliere tra le tantissime fotografie che ho scattato è quasi impossibile - racconta -, perché è un po’ come fossero tutte mie figlie. Hockey, calcio, basket, pallanuoto, boxe, baseball: ho fotografato di tutto». Le foto si legano ai ricordi, acquisendo così ancora più importanza. Tra quelle dell’hockey, storica è l’esultanza dell’eroe del primo scudetto dell’Amatori Giulio Fona: «Erano tempi pionieristici, mettevo a fuoco sempre la porta e scattavo una sola foto. Lì presi un’esultanza incredibile del giocatore simbolo del primo scudetto, che ovviamente non si scorda mai. Dal 1981 non l’avevo più rivisto e mi sarebbe piaciuto scambiare ancora due parole con lui. Poi è successo davvero durante una trasferta dell’Amatori in Veneto, quando prima dello scudetto del 2017 Giulio mi disse che era arrivato il momento di dare un “fratellino” a quello dell’81. Mi ha emozionato tanto». Un passato legato al mitico “Revellino” e a quel fantastico muro di tifosi: «Sugli spalti i tifosi erano assiepati come sardine. Alcuni di loro avevano il posto fisso e occupavano anche le balaustre rendendo difficile la vita del fotografo. Purtroppo tanti di quei tifosi non ci sono più». Anche l’hockey moderno gli ha regalato soddisfazioni. Prima che l’Amatori tornasse a vincere, durante una conferenza stampa “RobyFlash” aveva chiesto ai dirigenti di fargli vedere ancora uno scudetto prima di morire: «Sono stato fortunato, perché di scudetti ne ho visti altri tre. La foto del gol di Verona nella finale a Forte dei Marmi è bellissima perché si vede la pallina insaccarsi in rete tra una selva di maglie, anche se la foto simbolo di quella notte magica è l’urlo di Illuzzi dopo il rigore decisivo. E a proposito di urli, la foto del gol di Malagoli a Viareggio all’ultimo secondo mi piace particolarmente perché mi ricorda l’urlo di Munch».

E poi c’è il calcio e il Fanfulla, anche se Carelli precisa: «Ho grandi ricordi legati al Sant’Angelo di quando lavoravo a “LodiSette”. Il Fanfulla ce l’ho nel cuore, perché mio papà è stato giocatore bianconero ai tempi della Serie B. Sono affezionato anche al Sancolombano. E la foto di Beppe Marchi che piange in panchina consolato da Franco Miglio è di un’umanità incredibile». Perché per “RobyFlash” non conta solo il gesto sportivo: «Cerco di cogliere le sfumature, per esempio quel bimbo che esulta col pugnetto per il gol della sua squadra è l’essenza del calcio». Hockey e calcio su tutti, ma non solo: «Ho fotografato il basket ai tempi della “24 ore” che richiamava Vittorio Gallinari, Pittis e altri campionissimi: uno spettacolo. E poi più recentemente ho seguito l’Assigeco fino in A2, altra esperienza bellissima. Poi ho fotografato baseball, pallanuoto, tennis e boxe».

Ottant’anni non sono pochi, ma nemmeno troppi per chi ha dentro la passione per lo sport, per Lodi e per la sua gente. Per chi, pur nelle avversità, è circondato dall’affetto di tanti amici. E per chi ha tra le mani ancora tanti momenti da immortalare.

Gli auguri del “Cittadino” in una pagina speciale del giornale in edicola e in edizione digitale del 18 dicembre 2023

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