Cavenago, Rossi lascia e accusa

Felice Rossi lascia il Cavenago. Il tecnico lodigiano si è dimesso dopo il 2-2 di domenica con la Rivoltana e le «turbolenze» che hanno segnato i suoi rapporti con alcuni elementi della rosa, soprattutto i cosiddetti senatori. E non solo, visto che Rossi se la prende anche col direttore sportivo Virginio Gandini e non fa fatica ad ammettere che la situazione non era più sopportabile, facendo apertamente nomi e cognomi. «Io faccio l’allenatore con tanta passione e dedizione e non potevo continuare in un ambiente così. Il nostro direttore sportivo sin dai primi giorni della preparazione andava in giro a parlar male della mia conduzione tecnica e non ho capito perché abbia accettato questo incarico sapendo che c’ero io. Oltretutto mi conosceva bene perché sono stato anche un suo giocatore. Per quanto riguarda i calciatori poi era chiaro che i vari Ogliari, Cantoni, Dragoni e Martignoni manifestavano apertamente insofferenza nei miei confronti. Martedì non mi sono presentato di proposito all’allenamento e in effetti queste cose sono saltate fuori. Quando io invece avevo chiesto se ci fossero problemi, disposto ad accogliere chiunque per parlarne, nessuno si è presentato. Evidentemente in quello spogliatoio c’è un po’ di omertà. Da parte mia, credo sia meglio fare i nomi proprio per non creare equivoci». E Rossi ammette che la soluzione poteva essere il «taglio» di questi giocatori, cosa che la società non si è sentita di avallare: «Ho preso atto di questa decisione, che posso anche capire, e ho deciso di dimettermi, ringraziando comunque il presidente Barbati per l’opportunità che mi ha dato, e tutto Cavenago per l’affetto con cui mi ha accolto e supportato in questo anno e mezzo, augurando loro di ottenere comunque grandi risultati. Ora avrò tempo per vedere qualche partita e qualche altro giocatore, per tornare in panchina la prossima stagione».

Il presidente Luigi Barbati conferma a grandi linee il contesto manifestato dal tecnico, sorpreso evidentemente dalla rivelazione dei nomi: «Mi dispiace che si sia arrivati a questo punto, perché oltretutto Rossi è un amico - dice il patron gialloblu - anche se la situazione effettivamente in questi giorni era diventata pesante e i rapporti si erano incrinati. C’era troppo nervosismo che evidentemente si ripercuoteva anche sul rendimento della squadra. Peraltro non me la sono sentita di accettare le richieste di Rossi perché non fa parte del mio modo di condurre la società e ci saremmo trovati poi nella necessità di stravolgere la squadra, andando a cercare altri giocatori. E di finire la stagione solo coi giovani non me la sento».

Dunque, senza Rossi e il suo fido secondo Giacomo Lunghi (che non ha accettato di rimanere) ora si pone il problema della sostituzione. Anche ieri sera la seduta di allenamento è stata guidata dal preparatore atletico Silvio Zilioli, ma Barbati conta di trovare una soluzione entro pochi giorni: «Ho provato a convincere Gandini, che però al momento non se la sente per evidenti motivi, ma troveremo sicuramente qualcuno, anche perché c’è ancora tempo per raddrizzare una situazione diventata un po’ delicata. Comunque ho messo i giocatori di fronte alle loro responsabilità, perché a questo punto tocca loro cercare di risalire. E magari con un sergente di ferro in panchina tante cose potrebbero cambiare».

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