CALCIO Sant’Angelo è dalla parte di Tonali: «La ludopatia è una malattia vera»

I dirigenti del club rossonero non si capacitano del coinvolgimento di “Sandrino” nel caso scommesse

Un ragazzo semplice, timido, disponibile. Uno che ce l’ha fatta ma che non ha mai dimenticato il posto dove è cresciuto. La vicenda scommesse che ha travolto Sandro Tonali si è inevitabilmente riverberata anche su Sant’Angelo Lodigiano, il luogo di origine dell’ex centrocampista del Milan. In riva al Lambro vive ancora la famiglia del giocatore: una famiglia “umile”, nell’accezione positiva del termine, di grandi lavoratori, che ha sempre sostenuto il piccolo campione di casa. Nessuno, quanto meno tra chi abbiamo ascoltato, avrebbe mai pensato di ritrovare il nome di Tonali, l’“orgoglio barasino” come è stato più volte ribattezzato, al centro delle cronache giudiziarie.

Perché “Sandrino” era il fiore all’occhiello, il personaggio contemporaneo per eccellenza, il legame tra Sant’Angelo e il resto del mondo. Ma allo stesso tempo era rimasto il ragazzo della porta accanto: più volte, nel corso della passata stagione, si è presentato allo stadio “Carlo Chiesa” per tifare il suo Sant’Angelo, mischiandosi tra la gente, senza mai negare un selfie o un autografo ai tanti ragazzini che immancabilmente lo circondavano.

«Ciò che è successo dispiace davvero tanto a tutta la comunità barasina – racconta Matteo Marinoni, vicepresidente del Sant’Angelo, molto legato a Tonali e alla sua famiglia -. Il tempo libero lo dedicava sempre alla squadra del suo paese. Per noi era un orgoglio ospitare un calciatore così famoso e lui si è sempre fatto ben volere da tutti: per come l’ho conosciuto io è un ragazzo davvero umile, disponibile, alla mano. È difficile vedere un giocatore di Serie A che nelle domeniche di riposo si presenta sui campi di provincia. Nessuno sospettava niente. Sono convinto che il popolo santangiolino rimarrà sempre vicino ai suoi famigliari, perché sono bravissime persone».

Anche il presidente del Sant’Angelo Rino Balzano spende parole dolci per il centrocampista del Newcastle: «Purtroppo la spiegazione di ciò che è successo ha un solo nome: ludopatia. È una malattia vera e propria, uguale alla dipendenza da droga o alcol. Io credo che Tonali abbia fatto male soltanto a se stesso, visto che, come sembra, le sue scommesse non hanno inciso sui risultati delle partite. Ora dovrà pagarne le conseguenze, anche se onestamente spero non siano troppo gravi».

La riflessione di Balzano poi si allarga ad altri aspetti: «Mi è sempre sembrato un ragazzo perbene, attaccatissimo alle sue radici. A volte veniva a vedere le partite del Sant’Angelo in mezzo alla gente, nonostante la fama e gli ingaggi importanti. Non ha mai fatto la “star”, anzi. Ora però bisogna capire il perché è finito in questa trappola. Ha bisogno di essere aiutato, e da parte nostra non mancherà mai il sostegno. Facciamo il tifo per lui: speriamo di rivederlo presto in campo e, soprattutto, che si possa liberare di questa malattia».

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