CALCIO La crisi del Fanfulla e i dubbi di Jacopetti e dei Minojetti

Il parere degli ex dirigenti bianconeri tra tante domande senza risposta per i due litiganti Barbati e Tufo

La vicenda è parecchio ingarbugliata e molti passaggi non sono stati chiariti dai protagonisti. Il caos in casa Fanfulla continua a fare discutere i lodigiani appassionati di pallone. In attesa della sentenza del giudice e di risposte certe alla base della diatriba tra Enzo Tufo e Luigi Barbati (il “Cittadino” ha dato voce a entrambe le parti, ma spesso si è trovato davanti a mezze frasi o a comunicati preconfezionati), alcuni ex dirigenti bianconeri provano a tracciare – da semplici “spettatori” - un quadro della situazione. Tanti, troppi, gli interrogativi ancora aperti. La maggioranza degli intervistati chiede maggiore “gratitudine e rispetto” nei confronti di Luigi Barbati, il presidente che 8 anni fa ha salvato il Guerriero e poi l’ha mantenuto in Serie D.

«Non mi sono fatto un’idea sulla vicenda perché nessuno ha mai spiegato i veri motivi di questo braccio di ferro – commenta Aldo Jacopetti, lo “Zar” del Fanfulla tra il 1987 e il 1999 -. Tutti parlano del Fanfulla come “bene della città”, ma ancora non si è capito cosa sia successo all’interno della società. Barbati, bene o male, sta mandando avanti il Fanfulla da 8 anni e probabilmente avrebbe proseguito se qualcuno non lo avesse ostacolato. Un po’ di rispetto e gratitudine gli andrebbero riconosciuti. In ogni caso ci sono troppi punti oscuri in questa vicenda. Perché Barbati è stato estromesso dal consiglio? Perché Tufo è entrato in società? Non c’è un lodigiano che lo sappia. Ma ai lodigiani, in generale, interessa poco del Fanfulla: al bar se ne parla per 30 secondi, poi si cambia argomento». Anche Italo Minojetti, ex presidente fanfullino tra il 1994 e il 2000, difende Barbati: «Premesso che da tempo mi limito a leggere i risultati della squadra, penso che Barbati in questi anni abbia lavorato bene. Ha fatto tutto quasi da solo, ha trovato sponsor e collaboratori validi. Tufo invece non lo conosco, non so quali reali possibilità abbia di fare entrare nuovi soci. Spero che ci sia qualche lodigiano che possa dare una mano: sarebbe importante avere una persona che ami la storia del Fanfulla, la città e naturalmente il calcio a capo del club. Credo infine che anche la politica debba intervenire, come succede ed è successo in altre città». Il figlio Roberto Minojetti, pure lui presidente del Fanfulla tra il 2007 e il 2012, si mostra comunque ottimista sul futuro del Guerriero: «Sono convinto che il Fanfulla riuscirà a iscriversi al campionato. Chi uscirà vincitore in tribunale poi porterà avanti la squadra. In questo momento è inutile entrare nella vicenda giudiziaria, bisogna attendere le carte del giudice, altrimenti è puro chiacchiericcio da bar. Non parteggio per nessuno, ma mi spiace vedere questo accanimento nei confronti di Barbati senza che si conosca a fondo la situazione».

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