Brizzi: «Alla Canottieri

per vincere»

In carriera ha battuto Bolelli e ha fatto soffrire Fognini e Wawrinka: «Prediligo la terra e il caldo, ma quando ero ragazzo il mio modello era Tim Henman»

La consapevolezza dei numeri primi. O del numero uno, inteso come prima testa di serie dell'Open Canottieri, al secolo Alberto Brizzi, unico giocatore di Prima Categoria in gara nel più importante torneo tennistico del Lodigiano (anche se la classifica Atp oggi gli preferisce Luca Vanni, 261 al mondo contro 300). Il giocatore bresciano calcherà oggi per la prima volta nel match degli ottavi di finale la terra battuta del circolo lodigiano contro Lorenzo Abbruciati (che ha battuto ieri sera Fabrizio Ornago): «Non sono mai stato a Lodi, ma tanti giocatori mi hanno parlato di questo torneo, tra i più importanti d'Italia nella categoria».

Brizzi, a differenza di numerose altre teste di serie, è al debutto nell'Open Canottieri ma non fa mistero delle proprie ambizioni: «Gioco soprattutto Futures e Challenger, ma questo è uno degli open più importanti d'Italia e a Lodi cerco la vittoria: mi sono cancellato dal Futures di Mantova per non sovraccaricare il polpaccio, ma il guaio muscolare è superato». Brizzi sta attraversando un buon periodo di forma («Non ho ancora vinto, ma ho ottenuto punti tutte le settimane») per quello che lui vorrebbe essere il trampolino di lancio verso un miglioramento del proprio best ranking di 230 al mondo. Una migliore classifica che risale al 2010 quando ottenne peraltro il miglior risultato in carriera, la semifinale al Challenger di Manerbio battendo nei quarti Filippo Volandri. Tra gli "scalpi" eccellenti ottenuti dal 30enne bresciano c'è anche quello di Simone Bolelli, recente protagonista degli ottavi a Wimbledon, battuto in un match del campionati a squadre di Serie A nel 2011. Brizzi ha spesso fatto soffrire gli attuali "big" del circuito: nel Challenger di Napoli nel 2010 portò al terzo set l'attuale numero uno d'Italia Fabio Fognini, l'anno prima a Lugano fu battuto da Stanislas Wawrinka (oggi campione degli Australian Open, ma all'epoca già olimpionico in doppio) solo 6-4/7-6. Nel suo curriculum anche quattro partecipazioni alle qualificazioni degli Slam tra Australia, Stati Uniti e Roland Garros. «Sono un giocatore che predilige la terra e il caldo, ma quando ero ragazzo il mio modello era Tim Henman per lo stile», si descrive lui. Un "terraiolo" atipico oggi pronto a lanciare la sfida nell'arena della Canottieri.

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