Basket: Mario Boni dice basta

«Nella finale di Cento non sentivo più il fuoco»

Varcata la soglia dei 49 anni, le candeline le ha spente sabato scorso, Mario Boni archivia quarant’anni di emozioni vissute con la palla a spicchi in mano e un canestro sulla traiettoria disegnata dagli occhi ufficializzando la decisione di ritirarsi dal basket giocato. L’annuncio arriva via Facebook, con un messaggio decisamente toccante: “Emozioni 1972/2012. Avevo 9 anni quando ho preso in mano il primo pallone da basket, ne avevo 48 quando ho lasciato cadere l'ultimo. Quarant'anni di basket, quarant'anni di amore, passione, drammi, gioie... emozioni. Il basket mi ha dato tutto e mi ha preso qualche cosa. È stata una lunga storia d'amore. Ma come tutte le cose ha una fine. L'ho capito sul campo di Cento, l'ho capito perché non sentivo il fuoco dentro di me. L'ho capito perché la sconfitta in quella ultima maledetta partita non aveva il sapore della disperazione come tante altre volte mi è capitato. Ed è la fine. Ringrazio tutti. quelli che mi hanno amato e i tanti (tantissimi) che mi hanno odiato. Tutti mi avete regalato emozioni. Grazie, Mario Boni”. Nel giro di pochi secondi l'intero mondo web va in tilt, visitatissimi i siti Internet specializzati che rimbalzano la notizia: un segnale inequivocabile di come rimanga oggetto di interesse il campione partito piccolino dall'oratorio “San Luigi” di Codogno e finito a strapazzare le retine dei palazzetti di tutta Italia, Spagna, Grecia e delle leghe minori Usa. Una carriera infinita, piena di successi, contese, vittorie e sconfitte, affrontata di petto, nel bene e nel male, ma sempre con coraggio, voglia di giocare e vincere e indipendenza di pensiero (parecchia in qualche caso). Il titolo di capocannoniere in A1 nella stagione 1992/93 con Montecatini e una Coppa Korac conquistata nel 1997 con l’Aris Salonicco i momenti più alti, la squalifica per doping nel 1993 (discussa positività al nandrolone) e il difficile rapporto con l’azzurro (solo una presenza in Nazionale, 7 punti in 12’ in Italia-Cecoslovacchia a Siena l’11 febbraio 1992) i nei di una carriera per il resto da incorniciare, che lo ha visto protagonista anche nel Lodigiano all’Assigeco (due stagioni in B d’Eccellenza tra il 2006 e il 2008, vincendo tra l’altro una Coppa Italia di categoria al “Palalido” di Milano, e una da dirigente mentre continuava a giocare a Piacenza). Sempre capace di mantenere le emozioni promesse dalla sua presenza in campo, SuperMario manca un solo “impegno”. «Giocare fino a 50 anni? È vero l'ho sempre sostenuto, ci sono andato vicino, ma a Cento in occasione della “bella” nella serie finale per la promozione in Dnb non ho sentito più le sensazioni forti di sempre e ho capito di colpo che era arrivato il momento di smettere - confida al telefono la stella codognese, “anticipo” della lunga intervista esclusiva che “il Cittadino” pubblicherà domani, parlando dell’epilogo dell’ultima super stagione con la Bakery Casalmaggiore in Dnc -. Ritardavo l'età che avanza: è proprio finita, me ne rendo conto. Chiudo soddisfatto, da domani farò il gm alla Bakery: mi auguro ci ripeschino in Dnb». In campo o fuori, SuperMario non molla mai.

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